Napoli: sciopero nazionale della CGIL

Anche Napoli ha partecipato alle manifestazioni e allo sciopero nazionale indetto dalla CGIL: nella giornata del 6 maggio anche Torino, Bologna, Roma, Ancona, Cagliari, Genova,  si sono unite simbolicamente in un unico e contemporaneo movimento di protesta, che ha fatto registrare l’affluenza complessiva di un milione di persone, secondo i dati di CGIL.

Per le strade di Napoli manifestavano lavoratori del settore pubblico e di quello privato, dipendenti delle aziende di trasporto, rappresentanti delle forze dell’ordine, i collettivi universitari, i ricercatori, gli studenti, la Fiom di Pomigliano, la Flc Cgil insieme ai Giornalisti Precari, il comitato “Welfare non è un lusso”, le associazioni CGIL di Avellino, Benevento e Salerno. Dalla Sicilia sono arrivati diversi pullman con precari, studenti, genitori e insegnanti per il ritiro dei tagli previsti dalla riforma del ministro Maria Stella Gelmini. Presenti anche l’europarlamentare Cozzolino e il candidato sindaco Luigi De Magistris.

A Napoli il corteo è partito da Piazza Garibaldi, ha sfilato per il corso Umberto ed è arrivato in Piazza Dante, dove la segretaria generale di CGIL, Susanna Camusso, ha parlato davanti a una piazza gremita, ma impossibile da quantificare, vista la mancanza di dati ufficiali sulle presenze.

“Basta con la litania che non ci sono risorse per la crescita, il lavoro e gli investimenti: perché se si vuole lì le risorse ci sono e rappresentano la nostra prospettiva” – annuncia la Camusso, poi, riferendosi al governatore Caldoro: “Che politica è una politica che accetta i tagli voluti dal governo alle amministrazioni regionali e locali ? La devono smettere di giocare allo scarica barile”.  Sull’emergenza rifiuti: “Berlusconi invece di mandare l’esercito, di dica come si risolve l’emergenza”

Ancora la Camusso spiega alla stampa: “Noi chiediamo di spostare i rapporti di forza, bisogna cambiare la distribuzione del reddito nel nostro Paese. – continua la segretaria – “Per risolvere la crisi in cui siamo occorre subito una riforma fiscale che sposti il peso sulla rendita e sui patrimoni e le risorse che ne derivano siano utilizzate per creare lavoro. Ma da questo governo mi aspetto solo bugie” – conclude Susanna Camusso.

Oltre alla segretaria CGIL si sono susseguiti sul palco: Teresa Potenza della Segreteria della Camera del Lavoro, Michele Minichini, ricercatore dell’Enea, per il tema sicurezza sul lavoro, Mariagiovanna Alessandro, esponente del corpo forestale, per il tema dello sfruttamento degli immigrati e dei tagli alla cultura, Franco Percuoco, rappresentante RSU FIOM di Pomigliano, che ha parlato a proposito del “baratto dei diritti in cambio di un lavoro” e la giornalista Raffaella Ferrè, del gruppo giovanile “Il nostro tempo è adesso”.

Allo sciopero generale non hanno aderito CISL e Uil, ma Susanna Camusso ha più volte tentato di ricucire lo strappo per “riprendere il filo del confronto a partire dal fisco, con un’azione per la riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da pensione”

                                                                                                                   Mario De Angelis

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