Ottaviano: per la festa di San Michele Arcangelo i carabinieri sequestrano i fuochi

8 maggio 2011, giorno di San Michele. Quello che doveva essere il giorno più importante per gli ottavianesi si è trasformato in un giorno di ansia e di attesa. Sembrava si stesse rinnovando la tradizione, in modo perfetto e come da protocollo. I sacri bronzi all’alba, la tradizionale Diana, fuochi pirotecnici che partono dalla periferia e raggiungono la chiesa madre. Poi alle 12 il tradizionale scampanio che annuncia l’inizio della processione non arriva. E qui la tradizione si ferma. Poco dopo la conclusione della celebrazione eucaristica, esce dalla chiesa il sindaco Mario Iervolino che, accompagnato da alcuni consiglieri comunali, si reca su un lato esterno della chiesa e inizia un animato dialogo con il comandante della locale stazione dei carabinieri e il comandante della polizia municipale. In un primo momento non si comprende cosa stia accadendo, ma poco dopo tutto appare più chiaro. Via Cesare Augusto, che l’8 maggio di ogni anno è stracolma di “batterie” e fuochi pirotecnici, è vuota. Cosa accade? Nell’imminenza della processione, c’è stato un blitz condotto dal reparto artificieri dell’Arma. Durante i controlli i militari hanno scoperto diverse irregolarità (provenienza delle polveri, certificati, distanza di sicurezza per gli spari delle batterie, licenze, autorizzazioni) interrompendo di fatto i festeggiamenti. Dopo un lungo braccio di ferro e diversi momenti di confusione generale, ecco il verdetto: il Santo esce in processione, si sparano solo i fuochi cosiddetti “in aria”. In un clima teso, il simulacro esce dalla sua chiesa per incontrare e benedire la città, ma gli stati d’animo non sono quelli di sempre. I fuochi pirotecnici hanno da sempre rappresentato oltre che un mezzo di sostentamento per tanti ottavianesi, anche il segno più alto di tributo che ogni ottavianese rivolge tutto l’anno in qualsiasi circostanza. Da qui il detto locale “Ogni occasione è buona per sparare”. A seguire tutto scorre come da tradizione, compreso il “Volo degli Angeli”, eseguito nelle quattro piazze storiche (Annunziata, Piediterra, Taverna, San Giovanni) ovviamente sgombre di ogni artificio pirotecnico. Attimi di tensione in piazza Municipio, quando per qualche minuto, e per ragioni ancora non delineate, il Santo viene poggiato a terra, con ancora minacce relative allo sparo dei fuochi. Poco dopo la processione riprende, e durante la tradizionale sosta nella chiesa di San Giovanni Battista, il sindaco prende la parola e avvisa che tutti i fuochi pirotecnici autorizzati ed organizzati dai vari comitati e quartieri verranno sparati tutti insieme nel parco pubblico, antistante il castello mediceo, che dopo il sopralluogo degli artificieri, dei vigili e degli stessi fuochisti, è stato ritenuto sicuro ed idoneo per l’occasione. San Michele fa rientro nel suo tempio alle ore 17 e dopo la benedizione prende ancora la parola Iervolino. “Quello che è successo – ha spiegato il primo cittadino – è sotto gli occhi di tutti. Siamo in uno stato democratico e le leggi vanno rispettate. I carabinieri hanno fatto il loro dovere ed è pur vero che è difficile accettare una scelta quando si è legati alla tradizione, ma la violazione della tradizione sarebbe stata non svolgere la processione. Ho mediato con le autorità militari ed ottenuto che tutti i fuochi autorizzati venissero sparati in un luogo neutro, per non creare ulteriori polemiche e differenze tra quartieri. Ma è ovvio che, almeno come mi è stato riferito, alcuni comportamenti sembrano essere stati scaturiti da alcuni atteggiamenti registrati durante lo sparo mattutino della Diana. Ditemi se ho sbagliato”. A quest’ultima frase, la cittadinanza radunata nella chiesa madre risponde con un fragoroso applauso, anche l’amaro in bocca resta. Ulteriore chiarezza viene fatta dall’assessore allo Sport, al Turismo e allo Spettacolo Aniello Di Palma prima del concerto di Giusy Ferreri del 9 maggio in piazza Municipio: “Noi dobbiamo partire da un presupposto,che facciamo parte delle istituzioni e vogliamo che la legalità venga rispettata. Quindi, di conseguenza, ci dobbiamo rendere conto che chi ha lavorato per fare il suo dovere non può essere mortificato. Di conseguenza, dobbiamo fare un plauso all’arma dei carabinieri che ha salvaguardato la nostra incolumità. Ed un grande plauso e ringraziamento va al mio e nostro sindaco che ancora una volta ha dato una grande dimostrazione d’amore ed attaccamento alla sua città, e vi garantisco che pur conoscendolo da oltre quarant’anni, ieri ho dovuto apprezzare altre sue doti che forse non ero ancora riuscito ancora a capire. Concludo facendo un plauso a tutti gli ottavianesi, perché ieri nonostante tutto hanno capito che bisognava comportarsi in un determinato modo”.

Pasquale Annunziata

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