Con nota inviata al Ministero delle Infrastrutture, ai Dirigenti del Settore Urbanistica, dell’Area Generale di Coordinamento e Programmazione e dei Lavori Pubblici della Provincia di Napoli, alla Soprintendenza Archeologica, alla Soprintendenza ai Beni Ambientali e al Procuratore Regionale, il WWF ha denunciato l’iter per la realizzazione di un’Autorimessa interrata in via S. Michele nel Comune di Piano di Sorrento in zona 2 del PUT, senza previa redazione dei piani particolareggiati (il Consiglio di Stato Sez.VI 21/07/2010 con decisione n.4801 in materia di realizzabilità di parcheggi pertinenziali in aree soggetto al vincolo ambientale ex lege 35/87 ha confermato le diverse sentenze già emesse a riguardo dal TAR Campania) e in dispregio alle normative vigenti chiedendo una attenta verifica del cronoprogramma e della gestione economica dei cofinanziamenti regionali per interventi sostenuti con fondi comunitari.
“Nell’agosto del 2010 – raccontano gli ambientalisti – il Comune ha indetto la III Conferenza di Servizi volta ad ottenere l’approvazione del progetto per la costruzione di un parcheggio interrato in via S.Michele, in un’area a verde di 2100mq. interdetta da anni all’utilizzo dei cittadini. L’area in oggetto potrebbe costituire un grosso ed importante polmone di verde all’interno del tessuto urbano ma il comune, inspiegabilmente non ha mai reso fruibile tale spazio al pubblico, nonostante l’interessamento fattivo da parte del WWF, come pure di tante altre associazioni che agiscono sul territorio comunale.
Ma pochi ricordano che nell’area oggetto dei lavori il comune già intervenne circa 12 anni fa grazie ad un finanziamento pubblico ottenuto con fondi europei. L’Amministrazione comunale di allora, per ottemperare agli standard urbanistici previsti nel Piano Regolatore per le Aree a Verde, chiese ed ottenne un finanziamento Europeo di circa 2 Miliardi di vecchie lire per realizzare due nuovi Parchi Pubblici in aree da espropriare nella via S.Michele, di cui uno è proprio quello oggetto dei lavori previsti. Le opere finanziate furono realizzate dalla giunta successiva, guidata dal sindaco Russo, che si adoprò a disboscare un intero agrumeto per costruirvi un parco giochi dove poi ripiantare, come da progetto, gli alberi di agrumi. Di fatto furono ripiantati solo 35 alberelli gnomi (la metà di quelli previsti), fu creata una casetta in muratura e furono allocati lampioni e panchine con ghiaia stesa al suolo.
Ma il parco pubblico, così tristemente realizzato, non è mai stato inaugurato ed è rimasto CHIUSO per oltre un decennio salvo concederlo, per qualche settimana estiva, agli Scouts per esercitazioni e campeggio. Attualmente gli arredi e le opere finanziate giacciono in stato di sfacelo e abbandono, e la mancata apertura e gestione del parco ha privato di fatto un’intera generazione della possibilità di usufruire di un’importante area a verde al centro della città.
Ora l’intervento previsto per la realizzazione di un’autorimessa su 3 livelli, comporterà il taglio degli alberi residui e lo scavo di 25.000 metri cubi di terreno prefiggendosi poi di ricreare, su di un velo di terra riposizionato (???), il giardino distrutto. Ma su pochi decimetri di terreno le condizioni agronomiche saranno assolutamente limitative per la crescita delle essenze arboree e, nella migliore delle ipotesi, si andrà a costruire una sorta di giardino pensile, come se ne possono osservare sui tetti di qualsiasi città da New York a Bari.
L’intervento prevede, anche, l’esproprio e distruzione di una vasta fascia di un fondo agricolo di 432 mq. con noci, ciliegi, ulivi, nespoli e aranci, per farci una nuova strada di accesso da via delle Rose. A rischio è anche l’esemplare arboreo secolare di Magnolia. L’albero è stato inserito dal WWF nel Censimento dei Grandi Alberi della Penisola Sorrentina e, con i suoi 10 metri di altezza, e un’età stimata di oltre 100 anni, costituisce senza ombra di dubbio un elemento indiscutibile del paesaggio e della geografia dei luoghi.
L’idea di far convergere le auto fino al “cuore” del centro storico è tanto deprecabile quanto devastante. La vera soluzione al problema dell’intasamento veicolare e dell’inquinamento ad esso connesso riteniamo sia quella di eliminare le auto dal centro urbano, creando delle aree di parcamento fuori dall’abitato e non nel cuore del centro storico!!!
Il prevedibile aumento del flusso veicolare (sono previsti ben 110 stalli a rotazione) in un’area già pesantemente gravata da intenso traffico non potrà che portare un peggioramento alla qualità dell’aria e alle condizioni di vita degli stessi abitanti.
Inoltre è in previsione del Comune di Piano di Sorrento la realizzazione di altri 2 vasti parcheggi interrati (Piazza della Repubblica e fronte Stazione) posti ad appena 50 metri in linea d’aria.
Se a questi si aggiungono ulteriori autorimesse interrate previste a monte e a valle a circa 100 mt. di distanza, si arriva a comprendere come l’intervento in questione appaia non necessario e, viene da pensare, giustificato solo dall’ottenimento e utilizzo dell’ennesimo finanziamento pubblico.
La distruzione di un parco a verde non ci appare giustificata nemmeno dall’obbiettivo di ottenere la chiusura al traffico veicolare e la conseguente pedonalizzazione del Centro Storico di Via S.Michele. Non si comprende infatti la necessità di dover creare un’autorimessa con ben 110 posti auto per sopperire ai pochi stalli per auto attualmente presenti nello stretto vicolo. Riteniamo che la pedonalizzazione del vicolo S.Michele possa e debba avvenire comunque ed indipendentemente dalla realizzazione dell’autorimessa.
Anche la motivazione, dichiarata negli elaborati progettuali, di riuscire (una volta distrutta l’intera area e poi ricostruita per la seconda volta!!!) a gestire al meglio il parco a verde che “risulterà molto più appetibile commercialmente” grazie ad un nuovo locale realizzato sotto la struttura/bar ora presente, ci appare risibile. Non si capisce infatti perché un nuovo locale/deposito interrato sotto quello preesistente permetterà di “attirare” investitori ed imprenditori nell’area, e neppure si comprende, qualora essa fosse un’idea ragionevole, la necessità di distruggere l’intero fondo per poter costruire un sottolocale di 15mq!!!
Infine anche l’asserzione che il parco “ricreato” avrà una maggiore frequentazione grazie ad un secondo accesso, costruito nell’agrumeto espropriato e distrutto, non ci appare una giustificazione sufficiente. I cittadini, turisti e bambini, si possono recare in un parco se sussistono due condizioni: la prima è che il parco sia aperto (cosa che non è MAI stata resa possibile nell’area in oggetto per motivi che ad oggi ci sfuggono); la seconda è che in tale area ci sia un’attrattiva (alberi, laghetto, animali, giochi, bar, ecc). Per realizzare tali semplici ed elementari condizioni non è affatto necessario procedere alla distruzione dell’area e costruirvi un parcheggio interrato idoneo, invece, solo ad attrarre traffico ed autoveicoli.
Il progetto in questione è finanziato per Euro 1.802.403,58 dall’APQ “SVILUPPO LOCALE – TERZO ATTO INTEGRATIVO” PATTO TERRITORIALE PENISOLA SORRENTINA e per la restante parte dei finanziamenti per interventi in materia di parcheggi annualità 2003/2004 settore Lavori Pubblici Opere Pubbliche della Regione Campania. Il progetto deve rispettare il rigido cronoprogramma degli strumenti innanzi evidenziati, pena la revoca del finanziamento come già richiesto dal dirigente dell’Area Generale di Coordinamento e Programmazione della Regione Campania.