Si è acuita negli ultimi mesi ed è esplosa con lo sciopero di martedì 11 maggio la crisi occupazionale che ha visto protagonista la ITS – Information Technology Services S.p.A. di Torre Annunziata. L’azienda, che oggi ha sede nell’area dell’ex stabilimento Dalmine, nasce a metà anni ’90. Motore dell’idea innovativa e vincente Pietro Altieri, attuale presidente del Gruppo, che da sempre ha dichiarato di voler creare un polo tecnologico e d’innovazione di livello nazionale, con una forte attenzione all’eccellenza delle soluzioni per grandi e complesse realtà produttive del settore pubblico e privato. Nel moderno edificio di 5.000 metri quadrati di via Terragneta sono ospitate le unità di sviluppo software, applicazioni e servizi broadband e il nuovo hub satellitare. Un Centro tecnologico che rappresenta il più completo polo ICT del Mezzogiorno.Ma la crisi non ha risparmiato questa realtà produttiva che negli ultimi anni avrebbe visto un calo di commesse, come dichiarato in più occasioni dagli stessi vertici aziendali, di circa il 20%. Parte così, a giugno dello scorso anno una cassa integrazione ordinaria per 33 dipendenti affiancata da ritardi sugli stipendi.«La Società è stata sempre in crescita sino a due anni fa quando è cominciata la crisi finanziaria che ha caratterizzato la vita aziendale e produttiva dell’ultimo periodo». A parlare Enzo Formisano RSU Fiom-Cgil che ci ha spiegato la reale situazione della ITS. «La cigo (Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria ndr.) è servita anche a tamponare la flessione nelle commissioni, ma c’è sempre stato un percorso condiviso con i sindacato per tamponare e procedere per superare gli ostacoli. Ultimamente però ci sono state una serie di promesse di recupero stipendi mancate. In effetti recuperati tutti gli emolumenti relativi al 2010 abbiamo avuto settecento euro di acconto per gennaio e altre tante per febbraio. Per il mese di marzo non abbiamo ricevuto compensi, mentre l’acconto di aprile è stato appena di 400euro.Ci avevano promesso che questa settimana avremmo ricevuto l’intero mese di aprile ed un blocchetto di ticket restaurant, invece ieri una vera doccia fredda».Convocati dalla dirigenza i rappresentanti dei dipendenti pensavano si trattasse del programmato incontro di metà maggio per ricontrattare il rientro dalla cassa integrazione a poco più di un mese della scadenza di un anno dal suo inizio ed invece hanno dovuto apprendere una decisione che aggrava ulteriormente la situazione. Dal 16 giugno prossimo si passerà ad un regime di cassa integrazione straordinaria e per più del doppio dei dipendenti coinvolti nella cigo. Saranno infatti 69 le persone colpite da questa nuova decisione.«Di sicuro l’azienda – ha aggiunto Formisano – ha cominciato a ripianare i conti con un bilancio degli ultimi mesi che se non florido è quanto meno in pari ed è proprio in seguito a questo chiaro miglioramento che non ci spieghiamo la decisione odierna.In questi anni molte altre cose sono successe, ci sono state le ferie forzate, è iniziata la Cassa integrazione, ci sono stati altri sacrifici ai quali però non è corrisposto un miglioramento generale della situazione per i lavoratori. Nonostante sia stato stilato un piano d’azienda ed una serie di previsioni mai verificatesi, siamo conviti che non si pensi seriamente al nostro futuro con un’altra conseguenza deleteria. Stiamo perdendo i migliori elementi, perché preoccupati per un futuro tutt’altro che certo, cosa che determinerà un danno irreparabile anche se la crisi finanziaria dovesse risolversi.Ad oggi il perdurare della crisi, l’accrescersi dei ritardi nei pagamenti degli stipendi, le incertezze sul futuro richiedevano un segno di protesta forte al fine di far emergere e riportare in primo piano le esigenze dei lavoratori, oramai allo stremo finanziario, demoralizzati ed allarmati circa il proprio futuro ed il futuro dei propri cari».Solidali con i colleghi di Torre Annunziata anche i dipendenti ITS di Caserta e di tutte le filiali sparse per l’Italia, nonché gli operatori del CRIAI, il consorzio di ricerca con sede a Portici realizzato in collaborazione con l’Univ-ersità Federico II di Napoli e Telecom Italia.
Gennaro Cirillo