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Festa al San Paolo: il Napoli è in Champions dopo 21 anni

Il San Paolo si tinge di azzurro, l’aria è magica ed i tifosi fanno festa, si è tutto vero, il Napoli dopo 21 anni è in Champions League e ci entra dalla porta d’ingresso principale. Infatti basta il pareggio per 1-1 con l’Inter, per dare la matematica certezza agli azzurri del terzo posto. Apre le marcature per l’Inter al 15’ Etoo, poi nel finale del primo tempo al 46’ è Zuniga a segnare la rete del pareggio e dare il via alla festa del San Paolo. Il secondo tempo solo una formalità, al fischio finale di De Marco, scene di giubilo in quel di Fuorigrotta, l’oro di Napoli ora si chiama Champions League.

Ecco la partita:

Ha tanto da dimostrare questo Napoli. E fiero se ne vanta per tutta la parte iniziale del match. Aggredisce il portatore di palla nerazzurro, avvolge l’avversario manovrando sulle fasce. Mette in mostra quelle qualità che lo hanno catapultato al terzo posto, subito dietro le milanesi. Senza Cavani manca il perno in avanti, manca la punta del compasso intorno a cui ruotano quelli con “i piedi buoni”. Ma Zuniga è vivace, Lavezzi vuole scrollarsi l’etichetta di uomo assist e non marcatore e Maggio, bè fa il Maggio su e giù sulla destra. Ma si parlava di fierezza. Guai a farlo con l’Inter in campo. L’uomo venuto dall’Africa potrebbe sentire. Eto’o geniale, elegante, fiero appunto mette in vetrina le sue doti. Un fulmine, l’inizio di un comune acquazzone di metà maggio. Un rombo, un presagio. Un gol bellissimo. Una frustata, il leone che diventa domatore. E’ bastato un guizzo. 0-1. Tanto pregevole quanto estemporaneo in questa parte del match. Perché poi il campo si ritinteggia d’azzurro. Un fiume, un onda che avanza, sbatte, indietreggia, riparte e si infrange nuovamente sugli scogli nerazzurri. Sempre più vicini al “Point Break“, al punto di rottura. Ma mai oltre. Zuniga come Patrick Swayze, Maggio come Keanu Reeves surfano verso Julio Cesar. Non c’è spazio, non c’è CavaniNapoli che sfonda ma non affonda. Serve forse quella carica di adrenalina in più. Sono Milito prima e Maicon dopo a inniettare direttamente nello sterno partenopeo la siringa e rinvigorire il Napoli. Passa poco e le pupille si dilatano, i muscoli si contraggono, i tendini schioccano e Zuniga pareggia. 1-1, esce l’urlo dalla gola delSan Paolo.

La dose dura anche nella ripresa, anche se il primo sussulto è nerazzurro. Milito a tu per tu con De Sanctis si vede murato dal portierone azzurro. Poi l’inerzia è ancora napoletana. Il gioco si rilassa. Sporadiche partenze veloci dei padroni di casa alternate a lunghe manovre interiste. Nessuna delle due disdegna l’idea di raddoppiare, ma entrambe gustano un punto comodo. Un pari senza sforzi per l‘Inter, l’ultimo tassello per l’Europa che conta per il Napoli. E poi festa totale. C’è anche il tempo per far ricalcare un campo da calcio a Samuel. Sei mesi dopo il brutto infortunio l’argentino ritorna in campo l’argentino. In realtà il party campano è già iniziato nella mente di giocatori, allenatore, società e tifosi. Il San Paolo negli ultimi 30 minuti prende fiato per liberare l’ultimo grido della stagione. Quello più bello, quello che rieccheggerà oltre i confini dello stivale.

Cosimo Silva

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