Lunedì 23 maggio sarà la giornata più lunga per i lavoratori di Fincantieri. A Roma, infatti, presso la sede dell’azienda si discuterà finalmente del Piano Industriale. Un documento contenente anche il futuro dello stabilimento di Castellammare. Per quella occasione, i sindacati hanno già proclamato otto ore di sciopero organizzando una manifestazione in via Tevere a Roma, sede della Fincantieri. L’appello è di partecipare in tanti, operai, cittadini e forze politiche.
“Pseudo indiscrezioni o pseudo fughe di notizie che, in queste ore, – ha detto il sindaco Luigi Bobbio – vengono fatte filtrare ad arte su alcuni mezzi di informazione, circa ipotesi di piano industriale di Fincantieri che vedrebbe il ridimensionamento e la riconversione del cantiere di Castellammare di Stabia, non devono impressionare in considerazione dell’evidente tatticismo che le ispira. D’altro canto, quand’anche il piano industriale Fincantieri fosse strutturato in tal senso, esso resterebbe allo stato di pura intenzione della proprietà. Infatti, un piano industriale, in un settore come quello della cantieristica, non può realmente definirsi tale, almeno dal punto di vista della sua concreta attuabilità, se è privo di una intesa o quantomeno di un avallo da parte delle istituzioni a vario titolo interessate. Giova, quindi, ribadire, – ha continuato il primo cittadino – per chiarezza, che sulla questione della cantieristica stabiese la saldatura tra Governo, Regione e Comune di Castellammare di Stabia è e resta forte e chiara: puntare con decisione al rilancio del cantiere e della sua missione produttiva a tutela dell’occupazione e del lavoro, non più solo con interventi tampone, ma con un’azione a più ampio raggio che miri a nuove commesse e a interventi strutturali quali il bacino. La linea è questa e tale rimane, tanto più in una regione, come la Campania, e in una provincia, quale quella di Napoli, che non possono e non intendono lasciare – ha concluso Bobbio – nulla di intentato per la difesa delle poche realtà produttive esistenti in un contesto territoriale che già versa in difficoltà gravissime dal punto di vista lavorativo e occupazionale”.
Francesco Ferrigno