«Voglio ricordare al segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi, che l’unica sigla di partito di rilevanza nazionale assente nella competizione elettorale nella città di Salerno è quella del Partito democratico. La vittoria di De Luca va sicuramente riconosciuta, ma è attribuibile esclusivamente alla sua persona, sganciata da qualsiasi sigla di partito. Dunque, è risibile che Landolfi, schiacciatosi su De Luca, si prenda il merito. D’altra parte, il candidato sindaco eletto, poco prima dell’inizio della campagna elettorale, aveva definito la dirigenza del Pd “anime morte”. Perciò, si spiega la scomparsa del Pd in provincia di Salerno.
Lo dimostra la vittoria del PdL a Vallo della Lucania, Contursi Terme, Castellabate, Montesano sulla Marcellana, e in altri comuni come Ravello, Conca dei Marini, Amalfi, in cui il candidato sindaco era espressione di un movimento civico in cui si evinceva una diversità di colore politico. Se poi si paragona il dato nazionale con quello provinciale emerge chiaramente una tenuta e una crescita del PdL in provincia, passato da 8 a 12 Comuni su 43 chiamati al voto e che a Salerno rispetto a cinque anni fa ha guadagnato circa 10 punti percentuali e 3 punti in più rispetto alle regionali del 2010, triplicando il numero dei consiglieri comunali nel capoluogo (da 3 a 8). Non si paragonano le elezioni politiche con le amministrative, e non si può dire che il PdL è sceso dal 45% al 23%».
Coordinamento Provinciale PdL Salerno