Tutto Vichy . Tessuto evergreen dall’irresistibile charme anni ’60 , ma estremamente contemporaneo e versatile grazie all’impronta casual-chic . Lo sapeva bene Brigitte Bardot che con il suo piglio da bambola irresistibilmente provocante ha saputo sedurre uomini e pubblico , complice un broncio inconfondibile e uno stile da perfetta french pin up . E proprio lei , nel 1959 , il giorno delle nozze con l’attore Jacques Charrier , lo scelse come stampa per il proprio abito da matrimonio : un modello del couturier Jacques Estérel , dalla linea a ruota – diventato poi uno delle “sue divise” di stile – realizzato in questo tessuto dai quadretti bianchi e rosa e bordure di pizzo sangallo .
Fantasia talmente adorata e quasi sempre indossata dall’attrice, pronta a scandalizzare i benpensanti con capri pants aderentissimi in vichy e camicette annodate sotto il seno o pedalando in bicicletta , in microshorts , sempre in vichy , sul lungomare della Costa Azzurra .
Oggi il quadretto bicolore tipicamente estivo viene interpretato secondo suggestioni che vanno dal country al rétro, al rockabilly . Il bianco non solo con il rosso o il blu , come per tradizione , ma anche nelle tonalità di stagione . Per abitini , camicie , little jackets , gonne e ironiche wedges .
Quel certo bon ton che lo connota è stato trasposto in una moda quotidiana e cittadina . Fantasia da giorno per eccellenza , si presenta sotto forma di robe chemisier , come abito anni Cinquanta o spolverino con cintura in vita
da portare sugli shorts . In versione classica è ideale per polo e T-shirt tennis style . Versatile , il quadretto si adatta alle giacche sportive , il cui carattere dichiaratamente street è sottolineato da tonalità decise come il viola . Viva pink invece per il vichy firmato D&G abbinato a prints florali in un mood campestre; rosa versione shocking per il vichy Chanel delle pochette con maxi fiocchi e completini intimi frou frou. Vichy decisamente delicato , infantile e bon ton per Blugirl e Jason Wu : culotte e top a vista sotto il cappottino per un guizzo da Lolita . Blumarine gioca ( con stile !! ) con l’effetto optical del
contrasto tra quadri e sfere, abbinando il vichy al classico pois con un effetto glam assicurato , il tutto condito da accessori strong e capi in colori acidi e pop per un contrasto azzardato ma vincente .
Bon chic bon genre ma anche molto sensuale , con quella sua modernità di fondo figlia di una voglia di trasgressione che serpeggiava in quegli anni di grandi fermenti sociali e che rivive oggi nelle proposte Moschino : classico quadrettino nero per camicie con maniche a sbuffo abbinato a stripes rosse , maxi cheek per l’abito e la gonna a ruota .
Si aggiunge anche un vichy graffiante : Vivienne Westwood Red Label lo propone in un mix and match di rosso , marrone , arancio , blu e amaranto dal mood strong e decisamente urbano .
La stagione propone anche forme inedite che , insieme ai colori , soprattutto pastello e neutri , definiscono altri universi di riferimento . E’ il caso di certe giacchine smilze facili a immaginarsi in blue et blanc alla marinaretta e seersuker – tessuto di cotone molto fine , volutamente “stropicciato” , usato per confezionare indumenti estivi – che declinate in grigio , rimandano ad atmosfere nordeuropee . Ma anche “tovaglie” ambulanti che profumano di merende al sacco .
E una camicia in cotone bianco e rosa , che grazie a tagli asimmetrici e linee irregolari , nasce per un week in campagna ma si adatta anche a un breakfast a New York . Decisamente town & country con un semplice tocco al quadr(ett)o .
M.Chiara D’Apolito