Castellammare: le reazioni della politica alla chiusura dello stabilimento Fincantieri

Il PD stabiese apprende con grande dolore e preoccupazione le notizie che giungono da Roma. Il piano industriale presentato questa mattina dall’amministratore delegato Bono prospetta infatti un pesante ridimensionamento di Fincantieri e della cantieristica italiana, con l’indicazione di 2551 esuberi e la chiusura di due stabilimenti tra cui quel-lo stabiese. Di fronte allo scenario che si apre per Castellammare, non si può più rimanere impassibili e giustificare tutto sul piano dell’efficienza economica. Non si possono buttare via così trecento anni di storia che pesano tantissi-mo nella già fragile economia locale e che costituiscono un pezzo importante dell’apparato industriale campano e meridionale. Né si possono sciupare le opportunità di sviluppo che ancora l’UE offre alla Campania, in quanto Regio-ne dell’Obiettivo 1 fino al 2013, attraverso i fondi europei finalizzati alla ricerca industriale per riportare l’Italia all’avanguardia della cantieristica navale nel mondo.

Dell’amministratore delegato Fincantieri Bono non condividiamo affatto l’impostazione del piano, completamente sbilanciato sul piano della razionalità economica, che è servito però a svelare tutte le contraddizioni di una destra al-lo sbando, in piena crisi politica, incapace di risolvere la vertenza stabiese.

Il PD di Castellammare continuerà ad essere attivamente presente in prima fila accanto alle maestranze del cantiere stabiese mettendo in campo tutte quelle azioni atte a impedire l’attuazione di questo piano scellerato, possibile causa dell’esplosione di nuove tensioni sociali.

«Dopo la comunicazione del piano di Fincantieri,  in cui è prevista la chiusura dello stabilimento stabiese, la situazione nella città di Castellammare, soprattutto in termini di ordine pubblico, è drammatica» è quanto sostiene il consigliere comunale di opposizione di Castellammare di Stabia, Antonio Sicignano, leader del Cdl stabiese.

 

«La vicenda Fincantieri è molto grave, ma lancio un appello ai lavoratori affinché mantengano la calma. Oggi, con altri esponenti della società stabiese, ho viaggiato insieme ai lavoratori, nei loro pulman, per partecipare alla manifestazione che si è tenuto a Roma, aspettando gli esiti del piano industriale. Ebbene mi appello a costoro affinché siano evitati gesti inutili e siano isolati i violenti e condannati gesti inconsulti»

«Tuttavia da Fincantieri – conclude Sicignano – emerge una gestione molto irresponsabile della vicenda, che, così gestita, rischia solo di favorire il propagarsi di atti di disperazione e violenza. E’ impensabile pensare di chiudere uno stabilimento come quello stabiese. Una vicenda del genere provocherebbe un serio dramma per la tutta la provincia di Napoli».

“Caldoro e Romano convochino ad horas un Consiglio straordinario monotematico sulla vertenza Fincantieri”. È quanto chiede Antonio Marciano, coordinatore della segreteria del PD Campania e consigliere regionale democrat. “Qualche giorno fa – continua – il Consiglio ha dedicato una seduta monotematica al reintegro di Conte e Gambino. Una sensibilità che la maggioranza di centrodestra non ha dimostrato nei confronti dei lavoratori di Castellammare, la cui situazione drammatica è stata affrontata con passività pressoché totale da Caldoro e dalla sua coalizione. Da quando, a settembre, il Consiglio chiese alla Giunta di attivarsi concretamente per individuare soluzioni alla crisi dello stabilimento, Caldoro non ha mai incontrato le rappresentanze dei lavoratori, limitandosi solo a inviare al ministro Romani una lettera che, come dimostrano le indiscrezioni di queste ore, non ha prodotto risultati”. “E’ stata proprio l’inazione della Giunta – spiega il consigliere – a spingere l’opposizione a far partire nei mesi scorsi proposte nel merito, come quella che individuava nei fondi europei le risorse necessarie per la realizzazione del bacino di costruzione e per il rilancio dello stabilimento. La risposta è sempre stata un assordante silenzio, quasi come se il destino di migliaia di lavoratori e di un’intera città fosse un problema secondario”. “Ora – conclude Marciano – Caldoro dovrà spiegare perché ancora una volta le aziende e le professionalità campane rischiano di rimanere schiacciate dalle scelte nazionali, perché in questi mesi critici la Regione è rimasta a guardare, se già conosceva le reali intenzioni di Fincantieri e se davvero è stato fatto tutto il possibile per sventare questa scelta drammatica. Lo deve alle migliaia di lavoratori cui oggi si è deciso di scippare il lavoro e il futuro, oltre che a una intera città che rischia di pagare un prezzo altissimo per l’inazione della sua Giunta, incapace non solo di definire una strategia di sviluppo per la Campania, ma anche di salvare le eccellenze produttive del nostro territorio”.

Il piano industriale presentato dai vertici di Fincantieri oggi a Roma è di una gravità inaudita, oltre ad essere un’inaccettabile provocazione verso la città di Castellammare di Stabia. Esso penalizza fortemente la cantieristica nazionale, riduce la presenza italiana in un grande settore industriale, e prevede la chiusura dei cantieri navali di Castellammare di Stabia e di Sestri Ponente e il ridimensionamento di Riva Trigoso.

 

La scelta scellerata porterà alla scomparsa la cantieristica come settore industriale nel Mezzogiorno.

È necessario ancora una volta far sentire la nostra voce: bisogna richiamare il Governo al rispetto degli impegni più volte assunti, compresa la realizzazione del bacino di costruzione. Il Cantiere di Castellammare di Stabia non può chiudere! I nostri partiti devono perciò mettere in campo una forte iniziativa su Castellammare, perché se passa questo piano la nostra città piomberà ancora di più in una crisi nera, senza via d’uscita.

Chiediamo un impegno straordinario delle segreterie nazionali e dei gruppi parlamentari: se si avverasse questa nefasta prospettiva, annunciamo sin da ora che non ha nessun senso sedere in consiglio comunale, e siamo pronti a dimetterci per protesta dall’assemblea cittadina. Lo facciamo perché non è accettabile che si strappino gli impegni presi in sede di Governo con Regione, Comune e organizzazioni sindacali, lo facciamo per rispetto delle istituzioni, dei cittadini e dei lavoratori stabiesi. Vi chiediamo di attivare nuovamente i gruppi regionali della Campania perché anche la Regione Campania rispetti gli impegni assunti per il cantiere di Castellammare, a partire dalla realizzazione del bacino di costruzione.

Siamo preoccupati per il gravissimo allarme sociale che si respira in queste ore, e che le pessime notizie provenienti da Roma rischiano di rendere ancor più incandescente.

È questa l’ora che da Castellammare venga una risposta unitaria, al di là delle differenze politiche e dei ruoli istituzionali, per difendere il proprio cantiere.

Oggi il sindacato ha rotto il tavolo di trattativa con Fincantieri e chiesto un incontro urgentissimo, da tenersi nelle prossime ore, con il Governo: dobbiamo sostenere con tutta la nostra forza questa richiesta.

Vi chiediamo pertanto un intervento duro e deciso sul Governo perché Fincantieri cambi il piano e preveda investimenti per rilanciare lo stabilimento stabiese e la cantieristica nazionale.

Nicola Cuomo (segretario), Antonio Pannullo, Francesco Iovino e Salvatore Russo (consiglieri comunali) PD

Catello Imparato (segretario), Maria Rita Ciliberto, Francesco Esposito, Salvatore Vozza e Alessandro Zingone (consiglieri comunali) SEL

Attilio Menduni de’ Rossi (segretario) e Maurizio Apuzzo (consigliere comunale) IDV

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato: “Il piano industriale di Fincantieri, con la previsione di 2551 esuberi e la chiusura di stabilimenti strategici, tra cui Castellammare è grave; inaccettabile. Il Governo, che ha la responsabilità gravissima di non aver messo in campo alcuna politica industriale, intervenga immediatamente. Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e sosterremo ogni iniziativa di mobilitazione”.

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