Scoppia la rabbia a Castellammare. Gli operai della Fincantieri, alla notizia della probabile chiusura dell’insediamento produttivo stabiese, si sono mossi verso la casa comunale, questa volta non per manifestare la propria rabbia e la propria delusione, ma per occupare palazzo Farnese. Il sindaco Luigi Bobbio, accusato dalla folla in corteo di non essere più sceso al loro fianco, in strada, per una soluzione quantomeno dignitosa della vertenza Fincantieri, è rimasto barricato nel suo ufficio e difeso da un manipolo di uomini delle forze dell’ordine per diverse ore.
La protesta è divampata alle ore 20 e 30 circa, quando i metalmeccanici provenienti da Roma, dove hanno seguito presso la sede di Fincantieri il vertice sul Piano Industriale, hanno invaso piazza Giovanni XXIII.
La rabbia non si è fermata al portone, ma è entrata sin nell’aula consiliare dove i manifestanti hanno dichiarato l’occupazione del comune e della sala consiliare di Palazzo Farnese.
I tanti dipendenti a rischio posto di lavoro chiedono un futuro e sembrano questa volta determinati a non accontentarsi di promesse. Disordini e scontri tra manifestanti che cercavano di varcare ancora una volta il portone di Palazzo Farnese e forze dell’ordine sono andati avanti per circa due ore. Grossi petardi sono stati fatti esplodere in tutta la piazza, in vico Sant’Anna, alle spalle dell’edificio, e nella stessa sala consiliare.
La tensione è rimasta altissima sino a tarda notte, quando il sindaco Luigi Bobbio è riuscito ad incontrare sindacati e una delegazione di tute blu per cercare di placare gli animi. A Bobbio, che nel pomeriggio aveva parlato del Piano Industriale come di “carta straccia”, i lavoratori imputano l’assenza prolungata dalle proteste e dalle manifestazioni di piazza a salvaguardia del cantiere.