Il Piano Industriale di Fincantieri: chiusure ed esuberi. Incognite sullo stabilimento stabiese

“Il piano che Fincantieri sta illustrando ai sindacati prevede la chiusura di tre stabilimenti: Sestri Ponente, Castellamare di Stabia e Riva Trigoso, dove è previsto lo spostamento delle attività a Muggiano (la Spezia). La chiusura dei tre stabilimenti riguarda circa 1.400 lavoratori cui va aggiunta una riduzione occupazionale nei rimanenti siti per circa 1.150 persone”. Lo riferisce il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, che sta partecipando all’incontro con l’azienda presso la sede di Roma. Non è ancora chiara, però, la posizione dell’azienda sullo stabilimento stabiese, che sarebbe in bilico tra la chiusura, il depotenziamento e la riconversione. Sia la Uilm che la Fiom hanno già affermato che non ci sono le condizioni per un accordo, mentre nei pressi della sede dove Fincantieri sta presentando il Piano Industriale continuano le proteste dei lavoratori di Castellammare.

La Cisl Campania poi considera irricevibile il Piano presentato stamattina a Roma da Fincantieri che metterebbe in conto, tra l’altro, la chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia.

«Dopo decenni di finanziamenti dati da chi ha governato e ricevuti dall’azienda, per crisi vere o presunte – ha dichiarato Lina Lucci, Segretario Generale Cisl Campania – è il momento della responsabilità per rilanciare il cantiere di Castellamare di Stabia, altro che chiusura. Consideriamo pertanto il piano di cui si è discusso stamattina irricevibile.

Ci sono le professionalità adeguate e le potenzialità imprenditoriali e territoriali per andare in questa direzione. La Cisl non arretrerà di un solo passo e, insieme ai livelli nazionali di categoria e confederali, porrà in essere tutte le azioni necessarie per impedire che una decisione assurda e molto dannosa per Napoli, la Campania e il Mezzogiorno possa prendere forma.

Il Governo e in particolare il Ministro Romani, la Regione Campania e il Comune dimostrino adesso con fatti concreti che intendono puntare su Castellamare, tenendo fede agli impegni assunti. L’azienda – ha concluso Lucci – si impegni a trovare soluzioni fattibili che rilancino un cantiere che affonda la sua storia nei secoli e che ha tutte le carte in regola per essere competitivo sui mercati nazionali e internazionali».

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