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Scafati, l’urlo della cittadinanza: salviamo l’ospedale

Ancora una volta il nostro giornale, sempre in prima fila sulle tematiche sociali inerenti la città di Scafati, fa centro, incontrando probabilmente l’uomo del momento, il dottor Carmine Sorrentino nella sua duplice funzione di vice-coordinatore del Comitato Di tutela Dei Diritti Dei Cittadini di Scafati ed esponente di spicco del comitato contro la chiusura dell’Ospedale di Scafati “Mauro Scarlato”.

Cosa mi può dire in merito al recente decreto regionale 49/2010 che prevede la riconversione dell’ospedale di Scafati.

Secondo il mio parere la riconversione è sbagliata perchè viene fatta senza tenere presente due punti fondamentali.

Quali?

Una razionalizzazione per prima cosa si fa mettendo sempre in primo piano il diritto alla salute e poi razionalizzando i costi; secondo il mio modesto parere questo piano va contro tutti e due questi principi .

Si spieghi meglio, faccia capire bene ai lettori la problematica.

Partiamo dal primo punto, la salute dei cittadini. L’ospedale di Scafati ogni anno riceve oltre 50.000 pronti soccorso e di questi, quasi 5.000 riguardano persone colpite da Ictus o Infarto. Se queste persone, dovranno essere trasportate a Nocera Inferiore, conoscendo le strade ed il traffico delle ore di punta, arriverebbero, nella migliore delle ipotesi, nel triplo del tempo occorrente per raggiungere il nostro Ospedale. Chiunque abbia competenze nel campo della medicina sa che, in questi casi,  giungere in tempo in ospedale è la migliore garanzia di salvezza.

E quindi ?

Quindi, per chi sarà fortunato, morirà prima di arrivare all’ospedale di Nocera.

E per chi sarà sfortunato ?

Per chi sarà sfortunato si aprirà un calvario di una vita da trascorrere tra riabilitazioni o su una sedia a rotelle.  Pensi che oggi chi subisce un danno celebrale dovuto ad ictus, nel 90% dei casi si hanno dei danni  psico-motori  gravi che compromettono la deambulazione e la parola, quindi, la persona “sfortunata” otterrà dallo stato, un’indennità di accompagnamento e la fornitura di attrezzi protesici molto costosi, ed inoltre dovrà fare una terapia riabilitativa,  con controlli medici specialistici mensili o bimestrali e chi più ne ha, più ne metta. Ebbene tutto questo che le ho descritto, significa una cosa sola, che a seconda della gravità del danno ricevuto e della più che probabile “intempestività” dell’intervento di soccorso, senza  considerare  il tempo “materiale” di trasporto fino a Nocera Inferiore o Sarno, costerà allo Stato, alla Regione Campania, ed nello specifico alla nostra ASL, e quindi a tutti noi, migliaia di Euro in più, anche fino a 100.000 euro di spese annue, per singolo individuo.

Da dove escono fuori queste cifre ?

Mi spiego subito: una persona così menomata avrà certamente diritto ad una pensione anche se non ha  completato i versamenti dei contributi , l’indennità di accompagnamento sarà un’aggiunta e già siamo abbondantemente sopra i 40.000 euro. Se poi ci mettiamo tutti i controlli , le assistenze protesiche, le assistenze riabilitative e quant’altro, nella migliore delle ipotesi arriviamo a superare i 50.000 euro annui. Mantenendoci stretti e calcolando che di questi 5000 individui che saranno trasportati a Nocera Inferiore o Sarno o in chiunque altro Ospedale, affetti da Ictus o Infarto, il 20%  di costoro moriranno,  un 30% rimarrà in gravi condizioni ed il restante 50%  sarà recuperabile nel medio periodo, in sintesi, avremo 1.000 morti l’anno (Alla faccia del “diritto alla salute”!) , 1.500 menomati gravi che costeranno  oltre 50.000 euro di spese annue e 2500  malati recuperabili totalmente che costeranno  molto meno, circa 30.000 euro.

Ricapitolando, si può parlare di presunto danno erariale per lo Stato e per le nostre tasche?

Certamente si. Diciamo che il costo totale, a carico della Regione e dello Stato inteso come INPS sarebbe di non meno dei 100 – 150 milioni di euro l’anno per il primo anno a cui si andrebbero ad aggiungere ogni anno i 30-40  milioni di euro che si ripetono annualmente in maniera continuativa.

Sia più chiaro.

Mi spiego meglio, nei prossimi 4 anni il costo totale, calcolando le spese minime, sarà di 4 volte 100  milioni di  euro  più 3 volte 30 milioni  di euro, 2 volte 30  milioni e 1 volta 30  milioni  per un totale di 580 milioni di euro in 4 anni, parte a carico della Regione e parte a carico dello stato inteso come INPS.

E’ una bella batosta, non sembra per niente una diminuzione di spesa.

Certamente non è una diminuzione di spesa, anzi è proprio il contrario;  oltretutto la riduzione del personale dell’Ospedale,  impoverirà il territorio, perché ci saranno meno lavoratori diretti e dell’indotto sul territorio cittadino,

Secondo lei succederà tutto questo?

Certamente, e le dirò di più, chi mastica un po’ di statistiche e di economia le potrà tranquillamente dire che anche il commercio subirà un forte ridimensionamento con una  contrazione nelle vendite perché chi lavora fuori è portato a spendere sul luogo dove lavora una buona fetta del suo salario.

Da quanto ci ha detto fino adesso, emerge una vera catastrofe contabile sia per la Regione che per l’economia della città di Scafati.

Questi sono dati incontrovertibili che tutti in regione avrebbero dovuto conoscere: ridimensionare l’ospedale di Scafati paradossalmente, allo Stato,  costa molto di più che tenerlo aperto. Voglio precisare che a tutti questi soldi, non sono stati aggiunti i costi per la riconversione. Si ricordi che per riconvertire la struttura e trasformarla in polo riabilitativo specialistico, a dir poco si spenderanno non un mare ma un oceano di soldi.

Si spieghi meglio.

R. Per la riconversione, la struttura deve essere quasi totalmente demolita, resterà solo lo scheletro e si dovranno rifare tutte le stanze a norma e soprattutto compatibili con pazienti che hanno problemi di deambulazione, non ci dovranno essere barriere architettoniche, non ci dovrebbero essere stanze oltre il piano terra, si deve costruire almeno due palestre attrezzate, e una zona piscina dove ci dovranno essere piscine destinate alle varie patologie.

Questa sua esposizione sembra un pozzo senza fondo.

Sicuramente il costo annuo sarà almeno il doppio di quello occorrente per mantenere un pronto soccorso  con i reparti contigui, mi chiede dove prenderà tutti questi soldi la Regione se adesso sembra non avere neppure i soldi per mettere a norma tre sale operatorie ? E poi, non dimentichi le professionalità occorrenti per il funzionamento della struttura.  Se assumiamo nuovo personale, si è chiesto che fine farà quello che lavora attualmente?  Però qualcuno, non so se lo ha mai sentito dire, parla pure di affidare in gestione il servizio a una società esterna.

Potrebbe essere una buona idea per ricreare occupazione.

Certamente, è un’ottima idea per far fare un mare di soldi a chi ottiene l’appalto con poca occupazione,  con costi che andranno alle stelle e che graveranno su di noi ed i nostri figli.

Allora mi dica cosa sarebbe utile fare.

Non mi voglio dilungare oltre, credo che la cosa migliore da fare sia consegnare il fascicolo alla Magistratura Contabile (Corte dei Conti) e eseguire alla lettera le disposizioni che ne verranno.

Paolo Celiberti

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