“Tensione sui Lattari: da due anni è in atto la rivolta del panuozzo”

Apre il ristorante privo di agibilità edilizia sequestratogli dalle forze dell’ordine, 40enne sottoposto all’obbligo di firma. Sale di nuovo la tensione sui Lattari, dove da almeno due anni è in atto una vera e propria “rivolta del panuozzo”. Sono più di 20 le attività commerciali chiuse in quanto sprovviste di agibilità edilizia e il numero, secondo fonti ufficiali, è destinato a crescere. Ieri mattina intanto i carabinieri della locale stazione, agli ordini del maresciallo Sossio Giordano, hanno notificato al 40enne gragnanese il provvedimento emesso dai giudici della procura della Repubblica di Torre Annunziata. Si tratta del titolare di una delle numerose attività ristorative situate nella zona rossa (e quindi a forte rischio idrogeologico) della periferia di Gragnano. La notizia ha subito fatto il giro della città. E in molti adesso sono pronti a seguire le orme dell’imprenditore finito nel mirino della magistratura, alzando le saracinesche delle pizzerie sequestrate da carabinieri, Asl e Nas negli ultimi mesi. “A questo punto ci faremo arrestare tutti – affermano i fautori della protesta -. Non molleremo questa battaglia e, se sarà necessario, resteremo aperti “per fame”, anche al costo di violare la legge e finire in galera. Stiamo cercando, dove possibile, di regolarizzare le nostre posizioni, ma c’è bisogno di tempo e invece a Gragnano notiamo un accanimento senza precedenti che non si registra tuttavia in altre zone della Campania sottoposte a rischio idrogeologico, dove continuano a sorgere grandi complessi alberghieri e ristoranti di ogni genere”. Il clima sui Lattari resta dunque rovente. I titolari delle pizzerie chiuse per abusivismo edilizio tornano sul piede di guerra e si dichiarano pronti a tutto per difendere le loro attività. Sono circa 200 le persone, tra dipendenti dei ristoranti e indotti, rimaste senza lavoro. Una conseguenza inevitabile dei controlli incrociati che, anche in questi giorni, stanno proseguendo senza sosta non solo a Gragnano, ma anche negli altri comuni del comprensorio. Soltanto pochi giorni fa, ad esempio, i Nas hanno sequestrato vari gazebo all’interno di un noto complesso alberghiero situato al confine tra Castellammare e Gragnano, mentre altre attività di controllo sono tuttora in corso a Pimonte, Casola di Napoli e Sant’Antonio Abate. Gli imprenditori hanno rivolto vari appelli anche all’amministrazione comunale e al sindaco del Pdl Annarita Patriarca. Si è già discusso del nuovo studio morfologico che punta alla riperimetrazione del vincolo paesaggistico, si è valutata l’ipotesi di modificare l’articolo 32 bis del regolamento comunale edilizio, al fine di dare il via libera al cambio di destinazione d’uso dei locali. Qualcuno ha paventato anche l’ipotesi di delocalizzare i locali situati nelle zone a rischio ma, almeno per il momento, nessun provvedimento è riuscito a tamponare il problema. Anzi, nei prossimi giorni altri locali potrebbero finire nel mirino delle forze dell’ordine. Secondo un’ultima indagine effettuata negli uffici del Comune infatti, sarebbero almeno altre 10 le pizzerie e panozzerie a rischio sul territorio. Si tratta di edifici situati indistintamente al centro e nelle periferie di Gragnano che nei prossimi giorni verranno passati al setaccio dall’apposita task force. “In questo periodo di forte crisi che colpisce tutta l’area stabiese – affermano i portavoce della protesta -, la crisi del panuozzo rischia di assestare un colpo mortale all’economia del territorio. Tra Fincantieri, comparto edile e, adesso, ristorazione, non ci resta che emigrare al nord e abbandonare a malincuore la nostra terra d’origine”.

Francesco Fusco

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