I lavoratori della Fincantieri di Castellammare stanno protestando, con presidi in piazza, per sollevare il problema della mancanza di un lavoro che sta portando a cassa integrazione, mobilità e licenziamenti. Conseguenza anche di una mancata pianificazione da parte dell’azienda, ma sopratutto è la dimostrazione dell’assenza dello Stato in una realtà difficile e bisognosa di lavoro come la provincia di Napoli.
Importante è l’incontro del tre giugno, tra Governo, Fincantieri e parti sociali per discutere del piano industriale presentato lunedì scorso dall’amministratore delegato Giuseppe Bono. Per questo incontro la Federconsumatori Campania auspica che sia preso in seria considerazione anche tutto l’aspetto dei consumi che un taglio del genere potrebbe arrecare a tutta la zona metropolitana.
«Crediamo vivamente – ha affermato il Presidente Regionale della Federconsumatori, Rosario Stornaiuolo – che in momenti di difficoltà e crisi economica come quello che stiamo vivendo, la mancanza di piani strutturali in grado di rilanciare l’economia del mezzogiorno, non siano altro che la strada verso l’oblio della nostra Regione. Come Federconsumatori, siamo profondamente preoccupati dalla crisi economica che stiamo vivendo che non solo non trova una soluzione accettabile per i lavoratori e per i cittadini, ma addirittura si aggrava coinvolgendo tutti i settori lavorativi a causa del crollo dei consumi che è inevitabile conseguenza della mancanza di programmazione economica al sud. L’aggravarsi della situazione anche a Castellammare di Stabia – conclude Stornaiuolo – il cui settore produttivo è stato spogliato di tutto ciò che poteva avere rilevanza economica ed occupazionale per i cittadini stabiesi, ha bisogno necessariamente di un vero piano di sviluppo, in grado di portare lavoro nei cantieri stabiesi al fine di poter dare agli operai e all’intera economia cittadina la stabilità e la capacità programmatica di cui la città e i cittadini necessitano».
L’associazione in difesa dei consumatori, infatti, è preoccupata per la precarietà che potrebbe generare di conseguenza una diminuzione dei consumi investendo pericolosamente ogni aspetto economico della città.