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Regione Campania, spunta fuori un nuovo “buco” da 350 milioni

Un nuovo buco da 350 milioni di euro nelle casse della Regione Campania. È l’amara scoperta venuta fuori dal lavoro di ricognizione dei conti avviato dalla giunta regionale nel suo primo anno di attività. In sostanza, i numeri previsti nel bilancio dell’ente non coincidono con le risorse effettivamente disponibili presso la Tesoreria. Com’è possibile che si sia verificato questo che in gergo tecnico si definisce «disallineamento». Gli uffici sono impegnati senza sosta per tentare di vederci chiaro: potrebbe trattarsi di fondi pignorati o di scritture contabili non registrate. Finora dirigenti e funzionari di Palazzo Santa Lucia hanno ottenuto un primo risultato utile: la restante parte di fondi «fantasma» – circa 140 milioni – è stata già regolarizzata con una scrittura di rettifica del fondo di cassa effettuata con un apposito decreto dirigenziale. Fin dal suo insediamento, la parola d’ordine dell’esecutivo guidato da Stefano Caldoro è «rigore». In virtù di questa politica, la Regione ha ottenuto il rientro nel patto di stabilità (dopo lo sforamento di oltre un miliardo di euro nel 2009) e giovedì ha incassato il giudizio sostanzialmente positivo dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. Le prospettive restano negative, ma i tecnici hanno evidenziato i passi in avanti compiuti dal 2010 a oggi. A partire dai margini correnti – il rapporto tra entrate e uscite – «in leggero miglioramento, pari in media al 2 per cento circa delle entrate correnti rispetto al 3,5 per cento registrato in media sul 2007-2009». Un altro punto significativo riguarda «il contenimento della spesa corrente entro lo 0,4 per cento annuo tra il 2010 e il 2012», pari cioè a circa 50 milioni di euro, rispetto ai 500 milioni della precedente amministrazione. Si tratta di soldi che sono stati risparmiati principalmente aumentando i controlli sulla spesa sanitaria. Proprio sulla sanità l’agenzia di rating segnala l’inizio di un percorso virtuoso: «Nel 2010 riconosciamo che la Regione ha ridotto con successo la spesa dell’1,6 per cento (150 milioni, ndr) grazie a efficienti misure di contenimento dei costi, come il blocco del turn over del personale, che fino a quel momento non avevano trovato attuazione. Ci attendiamo quindi che la Campania rispetterà gli obiettivi posti dal piano di rientro». La vera nota negativa è la crisi di liquidità della Regione. «Quando mi sono insediato – ha ricordato in conferenza stampa Caldoro – avevamo in cassa solo 70 milioni di euro mentre in condizioni normali si ha a disposizione circa un miliardo». Per risolvere definitivamente il problema il governatore è pronto ad avviare una trattativa con il governo: l’obiettivo è individuare strumenti di finanza innovativa che, in virtù del basso livello di indebitamento dell’ente, consentano di sbloccare le risorse necessarie per l’attività quotidiana. In questo modo sarebbe possibile avviare un meccanismo virtuoso, mettendo fine alle spese per contenzioso e interessi che oggi gravano sul bilancio dell’ente.

Antonio Averaimo

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