C’è aria di cambiamento nel Pdl campano. Dopo la sconfitta alle amministrative e il cambio di vertice a livello nazionale, sull’asse Roma-Napoli si lavora senza sosta per procedere alla riorganizzazione dei quadri dirigenziali locali. A farne le spese dovrebbe essere in primis il coordinatore regionale Nicola Cosentino. Diversi i nomi in circolazione per la successione: in primo luogo, la deputata sannita Nunzia De Girolamo, tra l’altro vicina al neosegretario nazionale Angelino Alfano, unico ministro ad andare a Benevento in campagna elettorale proprio su invito della parlamentare. «Oggi, insieme con Angelino, dobbiamo tutti, e ripeto tutti, senza divisioni e distinzioni, dare al Popolo della Libertà nuovo vigore e nuove regole – ha commentato la De Girolamo -. A tal proposito rivolgo un appello al neosegretario nazionale: vigila, caro Angelino, affinché anche in periferia tutti lavorino per il partito e non contro le persone che lo gestiscono. Il Pdl deve essere unico, unito ed indivisibile, senza possibilità di avere un tipo di comportamento a Roma e un altro sul territorio. Chi beneficia del Pdl deve avere rispetto del simbolo e della classe dirigente a tutti i livelli, diversamente accade che subiamo sonore sconfitte elettorali. Tutti contribuiscano nelle campagne elettorali e nella quotidianità alla creazione di classe dirigente e alla raccolta del consenso. Nessuno – ha concluso – si senta ospite di un partito che gli ha concesso di godere dei benefici della rappresentanza nazionale, regionale o europea». Un’altra ipotesi di successione a Cosentino riguarda l’attuale vicecoordinatore del Pdl a Napoli Paolo Russo, legato alla corrente dell’ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. In corsa ci sarebbero, inoltre, due fedelissimi del sindaco di Roma Gianni Alemanno: il vicecoordinatore regionale Mario Landolfi, che negli ultimi giorni ha preso vistosamente le distanze da Cosentino, e il coordinatore del partito a Napoli, quel Marcello Taglialatela al centro della bufera per essere andato in vacanza durante il ballottaggio. «Sono stato fuori un giorno e mezzo e non ho mai smesso di lavorare», ha risposto, rimandando al mittente le accuse. Sullo sfondo resta infine l’idea di affidarsi al ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna. Ogni ipotesi è possibile: si parla da un lato dell’azzeramento totale delle cariche e dall’altro della sostituzione di alcuni pezzi di classe dirigente. La discussione è aperta e nella scelta saranno a questo punto decisive le valutazioni di Alfano. L’unica cosa che appare chiara è che il Pdl mira ad una maggiore presenza sul territorio, a partire dai circoli fino ai coordinamenti e ai responsabili dei settori. È da qui che ripartirà il partito.
Antonio Averaimo