Smesso i panni del novello Masaniello, nella moderna versione con bandana, com’è apparso in televisione, su tutti i giornali nazionali e locali e, immortalato dagli artigiani di San Gregorio Armeno, subito dopo l’elezione, Luigi De Magistris, neo sindaco di Napoli si è messo al lavoro per il varo della nuova giunta dopo 18 anni di predominio del centrosinistra e dieci anni di immobilismo della giunta Iervolino a Palazzo San Giacomo. L’ex magistrato, approdato alla politica nelle fila dell’Italia dei Valori ed eletto due anni fa europarlamentare a Strasburgo si è fatto valere come presidente della Commissione sul controllo dei bilanci. I colleghi di Bruxelles si sono congratulati con lui: “Abbiamo perso un ottimo collega, ma Napoli ha vinto un uomo di valore, determinato a mettere in atto le proprie idee di riforma”. Al ballottaggio con Gianni Lettieri, si è subito defilato dai partiti, non chiedendo appoggi e apparentamenti ma pescando voti a sinistra, al centro e a destra.
Nella campagna elettorale si era deprecata l’assenza degli intellettuali, invitandoli ad una maggiore partecipazione ai problemi della città, ma a dare una sterzata all’esito elettorale sono stati i giovani di ogni ceto che hanno votato per circa un settanta per cento De Magistris e scesi in piazza a festeggiare il più giovane sindaco della città partenopea che il 20 giugno festeggerà 44 anni e il giorno dopo l’onomastico. Sposato con un avvocato e due figli. “Sarò il sindaco di tutti, anche di quelli che hanno cervello”, ha detto De Magistris, riferendosi alle dichiarazioni di Berlusconi.
Nei prossimi giorni la proclamazione degli eletti e l’insediamento del nuovo consiglio comunale ed entro lunedì 13 de Magistris dovrebbe presentare la lista dei suoi assessori, ma si presume che anticiperà i tempi. Larga partecipazione delle donne alla nuova assise e, certamente una sarà chiamata a ricoprire il ruolo di vicesindaco. L’ex rettore Raimondo Pasquino, risultato quarto alle elezioni, probabilmente, presidente del consiglio comunale. La giunta sarà formata da 12 assessori rispetto ai sedici della scorsa legislatura, 48 i consiglieri, anziché 60 come per legge con sensibile riduzione dei costi.
Nei primi cento giorni la soluzione dei rifiuti, portare a Napoli il presidente degli Stati Uniti Obama per una assemblea Nato e rilancio del turismo, chiusura alle auto di grossa cilindrata nel centro antico, costruzione di piste ciclabili e potenziamento dei mezzi pubblici, ridotti in questi giorni all’osso. Sul tappeto Bagnoli Futura e Napoli Est che potrebbero portare ossigeno all’asfittica occupazione. Un invito per il rilancio della cultura, attraverso il San Carlo, è arrivato dal maestro Riccardo Muti, subito accolto dal sindaco. Per contenere le spese di bilancio in rosso, taglio delle consulenze e mancato rinnovo di contratto per cento funzionari. Cambi ai vertici delle 18 società partecipate con riduzione dei consigli di amministrazione. In bilico anche il comandante dei Vigili Urbani, Sementa.
Nella sarabanda di papabili per la giunta spunta il nome di Fabio Giuliani, giovane impegnato nella lotta ai clan dell’Associazione Libera. Dopo aver consultato i partiti, de Magistris deciderà senza condizionamenti. Da giorni si sussurra il nome di Marco Esposito, giornalista del Mattino esperto in economia. Alberto Lucarelli, professore, Antonella di Nocera, Bernardino Tuccillo, sindaco di Melito, Gianfranco Wurzburger ex presidente di una delle dieci municipalità, Lida Viganoni, rettore dell’Orientale, Pasquale Persico docente in economia. Quasi per scontata la partecipazione di Riccardo Realfonzo, ex assessore nella giunta Iervolino, dimessosi per divergenze con la vecchia amministrazione, Tommaso Sodano, Antonio Mastroianni e Bartolo Santoro. Nomi nell’attesa di conferma e incarichi da ricoprire. Requisito indispensabile per l’eventuale carica, l’impegno a tempo pieno e, risposta immediata ai problemi della città.
Mario Carillo