Postel SpA e Comune di Pompei sono ai ferri corti. La società che, tra gli altri servizi, gestisce l’invio di posta massiva per conto di privati ed enti pubblici ha trascinato in giudizio l’ente municipale per recuperare un credito di circa 11.800 euro, derivante dall’invio degli inviti al pagamento dell’Ici per l’anno 2007. “Inviti mai arrivati nelle caselle di posta dei contribuenti pompeiani” sostiene palazzo De Fusco che non sarebbe intenzionato a pagare nemmeno un centesimo di quanto addebitato da Postel. Da qui la decisione di resistere in giudizio contro il decreto ingiuntivo del Tribunale di Roma in favore della società postale che, al contrario, ritiene il proprio credito “certo, liquido ed esigibile” oltre che “fondato su prova scritta” costituita dalle scritture contabili. Per capire da dove nasce il contenzioso bisogna fare qualche passo indietro di qualche anno. Precisamente al maggio del 2007 quando, sulla base di un abbonamento al servizio di posta massiva sottoscritto con Postel SpA , il Comune di Pompei, secondo procedura telematica ormai collaudata, inviò alla società i lotti per la lavorazione degli inviti al pagamento dell’imposta comunale sugli immobili. “Quegli inviti sostiene il Comune di Pompei tuttavia furono recapitati solo in minima parte con le negative conseguenze facilmente intuibili in termini contabili, di operatività degli uffici e disagio per i cittadini. Inoltre Postel disponeva autonomamente la ristampa ed il recapito degli inviti al pagamento nel mese di settembre disorientando ulteriormente i contribuenti che avevano già versato l’imposta entro la scadenza, seppure rinviata, del 30 giugno presentando poi entrambe le fatture”. Postel dal canto suo ribatte di aver svolto correttamente il proprio lavoro, sia l’attività di servizio (la stampa e l’imbustamento degli inviti) sia quella di recapito