Il mercato delle voci da bar

Eppur si muove questo mercato del Napoli, dopo aver digerito le bizze di Mazzarri e aver rinsaldato, almeno in pubblico, i rapporti tra tecnico e società. Ora finalmente ci si puoi proiettare a capofitto nella costruzione della squadra che dovrà affrontare il difficile cammino in Champions League e consolidare la propria crescita esponenziale tra le grandi del campionato. La società azzurra sembra muoversi con l’attenzione e la circospezione che si conviene ad una squadra che va rinforzata senz’altro sotto il profilo qualitativo ma che non necessita senz’altro di rivoluzioni. Elemento nuovo che balza agli occhi degli attenti osservatori in questa prima fase di calcio mercato è però il forte ostruzionismo usato dalle squadre dell’asse-nordico e dai loro arroganti organi di stampa per destabilizzare l’ambiente partenopeo che però, rispetto al passato e che col nuovo assetto societario, sembra aver prodotto gli anticorpi  necessari a debellare questa piaga decennale. Insomma, ad arginare la cavalcata del Napoli ed il risorgimento sportivo napoletano ci si sono messi i poteri forti che non rinunciano ai mezzi più vili e deontologicamente discutibili per ostacolare il cammino della società di De Laurentiis che però ha risposto a dovere a quella parte della stampa sportiva spudoratamente ed inopinatamente tesa a baluardo dell’oligopolio del nord che vince e continua ad investire nonostante i richiami al fair play finanziario di monsieur Platini, che peraltro De Laurentiis ha sposato in pieno –  e direi giustamente- con il proprio progetto. E poi ci si mette anche la Juventus a disapplicare quelle che sono le comuni ed ormai consolidate regole della sportività arrivando persino a trattare il cartellino di Gokahn Inler senza preventivo accordo con l’Udinese, società proprietaria del giocatore elvetico, quasi a usare questa trattativa a scopo meramente emulativo nei confronti della società partenopea, vista forse ora come antagonista troppo forte e da contrastare. E’ segno questo, da una parte, non solo di perdita di stile ma anche di enorme sofferenza da parte delle dirigenza bianconera che si trova, a differenza del Napoli, a dover ricostruire le basi di un futuro che al momento non sembra ben delineato all’orizzonte nonostante le tante promesse paventate ai tifosi. E’ delle ultime ore la notizia che vede il Napoli al contrattacco della Juventus nella trattativa che potrebbe portare Inler alla corte di Mazzarri. Alla fine sembra che il patto tra galantuomini tra Pozzo e De Laurentiis possa prevalere sulle subdole azioni di disturbo della “vecchia”, ed io direi, “affannata” signora, che oltre alla squadra, se le cose dovessero evolversi in favore del Napoli, dovrebbe cercare di ritrovare uno stile che ormai non le appartiene più.  A fronte di nomi altisonanti che stanno venendo fuori in queste ore, ad oggi la società di Vinovo, pur avendo ingaggiato tre giocatori come Pazienza, Ziegler e Pirlo non ha ancora messo mano al portafoglio, attingendo dal bacino degli svincolati giocatori in là con l’età e comunque in scadenza di contratto. Insomma siamo solo al mercato delle voci di corridoio e dei sentito dire dall’amico dell’amico, visto che i fatti stanno smentendo i neodetrattori del Napoli. Ed ecco, infatti, che puntuali arrivano le smentite dei diretti interessati. Marek  Hamsik, dal ritiro della propria nazionale, mette tacere le “Dame di San Vincenzo” della stampa milanese, ribadendo la sua volontà di rimanere al Napoli, come comunicato anche alla società prima della fine del campionato..E’ sagace  il Napoli, che si scruta intorno e guarda sia a giocatori di grande prospettiva come Erik La Mela, che a giocatori asserviti al disegno tattico di Mazzari, come Blerim Dzemaili. Il mercato è solo all’inizio, anche se le attese sono tante, ma non c’è fretta. Quello che importa è che le idee siano chiare anche se gli interpreti ancora incerti, o forse meglio, ancora nascosti agli occhi dei più. Del resto il colpo Cavani dello scorso anno ci ha insegnato ad avere pazienza e a non dare niente per scontato.                                      Fernando Cerrato

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