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Juve Stabia e Comune di Castellammare contro la capienza ridotta al “Flaminio” di Roma

Due lettere, dalla Juve Stabia e dal Comune di Castellammare di Stabia, per chiedere di non ridurre la capienza dello stadio Flaminio di Roma per la gara di domenica 19 giugno tra le vespe stabiesi e l’Atletico Roma, le due formazioni che si giocheranno la serie B nella finale play-off.

 

Questo è quanto scrive la Juve Stabia:

Quella di limitare la capienza dello stadio Flaminio di Roma a soli 4000 posti per la gara Atletico Roma – Juve Stabia è una decisione che oseremmo definire paradossale. Paradossale in quanto è impensabile che uno stadio del genere, abituato ad ospitare eventi di carattere mondiale fino a qualche settimana fa (il Sei Nazioni di rugby ne è la conferma più lampante) con circa 35.000 spettatori sugli spalti, diventi improvvisamente non idoneo o con carenze strutturali. Ancor più paradossale se si pensa, poi, che fino a cinque giorni fa (parliamo del 5 giugno) lo stesso impianto (forse il più sicuro tra quelli presenti in tutta la Lega Pro) non presentava nessuna carenza, nemmeno sotto l’aspetto strutturale, tanto che è stato ritenuto idoneo ad ospitare circa 7100 spettatori in occasione della semifinale di ritorno dei Play off tra Atletico Roma e Taranto. Ora, però, come d’incanto, o come il più classico yoyo, l’impianto capitolino si è “ristretto” improvvisamente. Perché sono state adottati due pesi e due misure? È un quesito al quale non riusciamo a dare una risposta convincente. Non vorremmo pensare che il tutto sia il frutto di un provvedimento ad hoc, tempestivo ed efficace, probabilmente “suggerito” da qualche personaggio “interessato” a dare una mano (o forse anche di più) alla sua squadra del cuore. Un siffatto provvedimento, a nostro avviso, avrà solo l’effetto di vietare a tante persone perbene di accarezzare un sogno, impedendo loro di partecipare ad un evento storico. A questo punto, volendo ricordare una celebre frase di un personaggio come Totò che tanti insegnamenti ha dato a noi tutti, una domanda nasce spontanea: come può, chi garantisce l’ordine pubblico della città di Roma (la capitale d’Italia), abituato a garantire la sicurezza per eventi e manifestazione non solo sportive, abituato a garantire la sicurezza e l’integrità dei potenti del mondo, o, per restare nell’ambito calcistico, garantire l’organizzazione del derby Roma-Lazio, avere timore per un evento che catalizzerà l’attenzione di una fascia ristretta di sostenitori e vedrà coinvolte tifoserie che, fino ad ora, sono state tra le più corrette della Lega Pro? È qui che entra in scena l’indelicatezza di questa decisione in quanto penalizza oltre modo una città come Castellammare di Stabia, già afflitta in questi giorni da gravi problemi relativi al lavoro (con la paventata chiusura dello storico cantiere navale). Come è possibile negare un momento di svago a tanta gente abituata quotidianamente a dover superare ostacoli di vario genere? Ma soprattutto, chi sarà in grado di dare una spiegazione comprensibile ed accettabile a chi, legittimamente, chiederà lumi riguardo ad un “restringimento” così improvviso del Flaminio? La S.S. Juve Stabia spa esige una spiegazione a tutti questi perché, che rappresentano anche i dubbi del tifoso di tutti, del tifoso di un mondo che dovrebbe essere solo divertimento, passione ed agonismo. Un mondo che, purtroppo, attraversa in questo periodo una fase di scandali e storture che inevitabilmente stanno allontanando sempre di più la parte pulita del pubblico dagli stadi. Chi risponderà ai perché del bimbo che con tanta gioia e spensieratezza già pregustava la gita nella capitale per seguire la squadra della sua città in lotta per un traguardo storico? Chi è stato artefice di questa decisione, inevitabilmente, oltre a dover  rispondere alla propria coscienza, dovrà, soprattutto, assumersi tutte le responsabilità conseguenti a tale assurda decisione. Le motivazioni di tale presa di posizione, non vanno ricercate come, molto semplicisticamente potrebbe apparire, nell’estremo tentativo di tutelare gli interessi personali ma sono esclusivamente dettate dallo spirito di sana concorrenza e lealtà sportiva che ha sempre contraddistinto, l’attuale proprietà e dirigenza, fin dall’iniziale ingresso nel sodalizio gialloblù.

 

 

Di seguito il testo della lettera che il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio, e l’assessore Giovanni de Angelis, hanno inviato al Sindaco di Roma, al Questore di Roma, al Presidente del Coni, al Presidente della Lega Pro e al Presidente dell’Atletico Roma F. C. per chiedere una maggiore presenza di tifosi stabiesi al seguito della Juve Stabia in occasione della trasferta del 19.

Il comunicato stampa, emesso in data 8 giugno 2011 dalla Società “A. S. Atletico Roma F. C.”, relativo all’individuazione dello stadio “Flaminio” quale sede della finale di ritorno del campionato di Lega Pro – Play Off tra l’Atletico Roma e la Società sportiva “Juve Stabia”, che si disputerà in data 19 p.v., ci lascia perplessi e anche sgomenti, soprattutto in riferimento alla massiccia riduzione della capienza della struttura, limitata a soli 4mila spettatori. Le finalità della riunione cui hanno preso parte i rappresentanti della società “Atletico Roma”, del C. O. N. I. e delle Istituzioni locali, al fine di programmare adeguate misure di sicurezza in vista dell’incontro calcistico,  sono certamente condivisibili ma rischiano di apparire fortemente penalizzanti per la città di Castellammare di Stabia. Gli interventi strutturali allo stadio “Flaminio”, realizzati per garantire il regolare svolgimento della gara e tutelare l’incolumità degli sportivi, sono ovviamente apprezzabili, ma appare davvero sorprendente che incidano in maniera così significativa sulla capienza dell’impianto che, per l’intera stagione, è stata di circa 24mila unità. Considerato, infatti, che la percentuale dei biglietti messa a disposizione della tifoseria ospite è pari almeno al 20% degli spettatori, la Città di Castellammare di Stabia, che già da giorni ha programmato, con l’entusiasmo e la passione calcistica che le sono propri, un “esodo” pacifico e festoso in vista di una gara considerata, a giusta ragione, storica perché consentirebbe al club di accedere alla serie B, si vedrebbe di fatto impossibilitata a partecipare in misura apprezzabile all’appuntamento sportivo. Giova, a questo punto, sottolineare non solo che, nel corso delle partite di ritorno delle semifinali Play Off, la “Juve Stabia” è stata l’unica società a non aver subito ammende o sanzioni, grazie al corretto comportamento dei propri tifosi, ma anche che – durante le precedenti finali Play Off svoltesi a Napoli e ad Avellino – i 20mila tifosi stabiesi al seguito della loro squadra hanno tenuto un atteggiamento di grande correttezza sportiva. Riconsiderare la possibilità, attraverso una nuova convocazione del tavolo sopradetto, di consentire alla tifoseria della “Juve Stabia”, che già in occasione della partita con l’Atletico Roma del campionato appena concluso non si è resa protagonista di alcun incidente, una presenza più consistente allo stadio “Flaminio” – pari almeno a 5mila unità – porterebbe a raggiungere un duplice risultato: offrire a una Città l’occasione per essere vicina alla propria squadra e, al contempo, impedire la presenza, davanti allo stadio, di quanti si recherebbero comunque in trasferta, pur non potendo materialmente accedervi, stazionando prima, durante e dopo la partita nella zona antistante la struttura. Nell’augurio che questa richiesta, formulata come invito, venga accolta dagli organi tutti, certi che questi due incontri calcistici saranno momenti di indimenticabile passione sportiva per entrambe le Società e le rispettive Città e nella convinzione che il primo vincitore delle due finali sarà la Civiltà, gli scriventi inviano cordiali saluti.

 

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