Chiedono «discontinuità» i consiglieri regionali del Pdl in un documento approvato dall’intero gruppo consiliare. E lo scrivono in stampatello. Quattro i punti della nota inviata al coordinatore regionale del partito Nicola Cosentino e al presidente della Regione Stefano Caldoro: autonomia del gruppo nelle scelte del consiglio regionale e della giunta; valorizzazione e protagonismo dei consiglieri nelle scelte politiche del partito rispetto anche alla struttura territoriale; predisposizione di una nuova agenda programmatica che metta al centro il contributo di idee che portano i consiglieri; riequilibrio politico della giunta. In sostanza, il gruppo vuole contare di più, sia all’interno del Popolo della Libertà che nell’esecutivo, al punto da chiedere al governatore un rimpasto. Le voci che prefiguravano una richiesta di ricambio nella giunta si sono dunque rivelate fondate. La vera novità è che la richiesta viene estesa anche al partito. Da Palazzo Santa Lucia nessuna replica, mentre Cosentino si è recato a Palazzo Grazioli dal presidente del Consiglio per concordare gli stati generali del Pdl in Campania che si terranno dal 24 al 26 giugno. Un’iniziativa, quella di Cosentino, che qualcuno legge come una mossa per accreditarsi come leader del partito a dispetto di chi gli chiede un passo indietro. Tuttavia, c’è anche chi ritiene che gli stati generali saranno l’occasione per avviare un rinnovamento ritenuto non più rinviabile. Dal canto loro, i consiglieri regionali, come spiega il capogruppo Fulvio Martusciello (nella foto), «ritengono chiusa la fase della cooptazione e dell’invenzione della classe dirigente» e chiedono che «si riparta dal territorio e da chi lo rappresenta». Un discorso che vale non solo per i tecnici che siedono in giunta ma anche per tanti parlamentari. «Il gruppo regionale – si legge nel documento del gruppo – ha analizzato a lungo la stagione politica vissuta sino ad ora e quella che ci aspetta. Dopo un anno di esperienza amministrativa vissuta tra le difficoltà di un’eredità pesante il gruppo è pronto ad assumere nuove responsabilità e caricarsi politicamente la fase della ripartenza». Dunque, i consiglieri non sono più disposti a stare in retroguardia. «Il voto – è scritto – ha dimostrato l’esigenza assoluta e imprescindibile di una discontinuità rispetto a un passato che i campani con il voto hanno voluto superare». Un voto dal quale, sostiene il gruppo, è anche emerso che «solo il rapporto con il territorio, il radicamento di cui i consiglieri sono interpreti, è l’elemento che fa la differenza in una competizione elettorale». Pertanto, «il consigliere regionale è colui che attraverso la sua conoscenza è in grado di proporre quella nuova classe dirigente da cui deve attingere l’amministrazione Caldoro e il Pdl».
Antonio Averaimo