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Cercola: cronaca di un pellegrinaggio da suor Rita Montella

Erano le 09.20 del 24 maggio u. s. Un nutrito gruppi di fedeli, provenienti da Cercola e dintorni, varcava le soglie della Chiesa di Santa Cristiana di Santa Croce sull’Arno (PI), dove riposano le spoglie mortali di suor Rita Montella dello Spirito Santo OSA, di origine cercolese. Tale gruppo era guidato da Padre Fabiano Montanaro, degli “Eremiti di San Francesco”, originario del Veneto. Con lui vi era anche una sua novizia, Suor Veronica della Croce, i cui genitori sono originari di Cercola. Entrati in Chiesa si è respirata immediatamente una atmosfera di grande pace e serenità che, ancora oggi, persiste nei cuori di tutti. Una conferma indiretta a quella “missione” di suor Rita è venuta, anche, dalle parole espresse da sua Eccellenza Monsignor Tardelli Vescovo di Massa Marittima – Piombino: “Del resto, la vicenda di suor Rita Montella, un’anima veramente di Dio, la cui santità speriamo un giorno venga riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa e che in questo monastero ha vissuto la sua vita fino alla morte avvenuta non molto tempo fa, ci faceva pensare che Dio avesse ed abbia un suo progetto su questo monastero e sulla stessa Santa Croce”. Erano stati alcuni “Amici” a proporre all’attenzione dei fedeli una piccola immaginetta contenente, tra l’altro, una descrizione sintetica della sua vita. In essa così si legge: Cristina Montella, poi suor Rita dello Spirito Santo, è nata a Cercola (NA) il 3 aprile del 1920. Fin da bambina viene coinvolta in una serie di “esperienze soprannaturali”, che la preparano per una vita claustrale molto austera tra le agostiniane di Santa Croce sull’Arno (PI). Qui visse santamente dal 10 agosto 1940 fino al 26 novembre 1992, data della sua morte. Come monaca “conversa” svolse, con fatica e con gioia interiore, tanti lavori pesanti nonostante la precarietà di salute. Il suo motto più ordinario, che tanti ammiratori ricordano, era: “Per Gesù tutto è poco!”. Conoscendola si rimane colpiti dalla sua semplicità, riservatezza ed umiltà. Amava annullarsi per dare gloria al Signore. Dalla rigorosa riservatezza della sua vita interiore spuntano numerose testimonianze (scritti autobiografici e attestazioni) che configurano una grande elevatezza di spiritualità, profusa di tanti “carismi superiori”. In particolare emerge l’esercizio di una “missione riparatrice” compiuta in abbinamento “storico – concreto” con il “mistico del Gargano” san Pio da Pietrelcina. Ambedue sono da considerarsi tra i più grandi “Mistici della Riparazione”.

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