Sversamenti illegali di rifiuti nel Parco Nazionale del Vesuvio: sistema stroncato dalla Guardia di Finanza

Lo smaltimento avveniva riversando il materiale nel sistema fognario pubblico o stoccando in terreni agricoli di Afragola, Cardito, Frattamaggiore, Giugliano e Trecase. Operazioni che sarebbero proseguite anche dopo diversi sequestri di mezzi non autorizzati avvenuti in questi tre anni. L’ultimo appena il 26 maggio scorso. Imprese del tutto ignare si rivolgevano ad aziende specializzate nel trattamento e nello smaltimento di liquami speciali, pagando una tariffa piena e senza sapere che quei rifiuti sarebbero stati invece smaltiti aggirando ogni regolamento in materia. Altre imprese si affidavano alle stesse aziende perché ottenevano prezzi vantaggiosi. Il sistema è stato stroncato dalla guardia di finanza che ha arrestato sei persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta del procuratore aggiunto Aldo De Chiara. In totale sono stati equestrati 41 tonnellate di rifiuti speciali, 9 automezzi per il trasporto e un’area di 3000 mq adibita a discarica, ubicata nel Parco Nazionale del Vesuvio.

All’arresto è sfuggito Giuseppe Marotta, mentre in carcere si trovano Cesare Agostino Barchetti, Gaetano, Luigi, Michele e Pasquale Barchetti e Matteo Serpe. Sono tutti imprenditori del casertano responsabili delle imprese “Euroecologia sas” e “La nuova espurghi Italia” che i finanzieri hanno sequestrato. L’indagine è cominciata nel 2008 e, secondo le stime degli inquirenti, in tre anni sarebbero stati smaltiti liquami prelevati da piccole e medie imprese e anche da condomini privati per oltre centomila tonnellate, consentendo all’organizzazione un profitto di 10 milioni di euro.

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