La Rete dei Comitati Vesuviani Antidicariche visita la discarica di Cava Sari e lancia un allarme: tra circa due mesi l’invaso chiuderà. Franco Matrone si esprime a nome di tutti i cittadini che da anni lottano per la fine del piano scellerato di gestione dei rifiuti in vigore: “Secondo il registro dei conferimenti, la capienza massima dell’ immondezzaio è di 680 mila tonnellate e Cava Sari ad oggi ospita circa 650 mila tonnellate di rifiuti. Siccome ogni giorno l’ immondizia sversata ammonta a 400mila tonnellate, tra circa tre mesi, i 18 comuni della zona rossa non avranno più siti a disposizione per scaricare i rifiuti”. Siccome non è stato ancora realizzato il ciclo integrato di rifiuti, nel vesuviano c’è nuovamente la possibilità che riemerga l’emergenza che fino ad oggi è rimasta velata. Finite le manifestazioni, sembra finito l’interesse delle istituzioni, e intanto la discarica si riempie e si erge a forma di cono nel Parco Nazionale del Vesuvio: è alta al punto che si vede anche dal punto più lontano. “Abbiamo proposto da mesi il ciclo alternativo dei rifiuti insieme a Paul Connet, verso “rifiuti zero”, ma tutto è ancora da realizzare, dai fondi agli impianti –afferma Franco Matrone, e non è chiara ancora la posizione delle istituzioni riguardo la nostra alternativa”. La Rete dei Comitati quindi, si appella ai sindaci, affinché si rivolgano alla Regione per l’autorizzazione e alla Provincia per i finanziamenti. Il direttore tecnico della SapNA Giovanni Perillo in un intervento con tutti i sindaci, ha affermato che Cava Sari non è ancora colma, e anzi, può continuare ad ospitare rifiuti fini a dicembre 2011. Secondo la Rete invece, c’è stato un errore di calcolo: “La discarica è strapiena, per cui serve tempestivamente un piano alternativo di rifiuti, in un lasso di tempo minore di sei mesi. Inoltre la Regione sta preparando un piano per smaltire i rifiuti per ridurre i rifiuti speciali, al fine di realizzare un piano regionale volto allo smaltimento di questi ultimi”. Il piano verso “rifiuti zero”, da realizzarsi entro il 2020, prevede il raggiungimento di una percentuale superiore al 60% di raccolta differenziata. Si è deciso inoltre che verrà stipulato un patto con i consorzi R.A.E.E., CO.BAT e RILEGNO per conferire apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse al primo, pile ed accumulatori esausti al secondo, e per il recupero di legno con il terzo. Sarà vietata la distribuzione ai consumatori, la distribuzione di buste di plastica non biodegradabili, e verranno prese iniziative, anche dalle associazioni di volontariato, di attività tendenti “alla riparazione e al riuso di beni durevoli e di imballaggi”.Si collaborerà con l’ammi-nistrazione provinciale per realizzare i siti di compostaggio e verrà istituito un “Osservatorio verso Rifiuti Zero” che monitorerà tutto il percorso.
Giovanna Sorrentino