Possenti raffiche di vento innovatore spazzano le nubi della cattiva politica. Due tempeste, le amministrative e i referendum, hanno provocato danni strutturali ed irreversibili ai cadenti e vecchi palazzi dei partiti. Non è esclusa una terza devastante perturbazione, di cui già si avvertono minacciosi lampi e raffiche leghiste. Le conseguenze saranno gravi, più gravi del solito: la caduta del governo, per esempio. Il dopo? Difficile spiegarlo ora. Necessario immaginarlo e poi costruirlo. Intanto, la spinta di cittadini, tanti cittadini (27 milioni ai referendum), già elettori di destra e sinistra, ha già ramazzato le scorie prodotte dai partiti che governano male. La bonifica ambientale è iniziata. Auspicabile nessun ricorso al riciclo, almeno questa volta servono gli inceneritori. Una nuova “maggioranza”, movimenti “no logo”, organizzati dalla delusione, dalla precarietà, dall’incertezza del futuro, è al lavoro per creare nuovi scenari della politica. Nasceranno nuovi partiti che costruiranno una buona politica? Non è escluso. Anzi è necessario! Intanto occorre ancora rimuovere pesanti macigni che ingombrano le strade del cambiamento. “La crisi che la coscienza postmoderna sta attraversando si profila in modo peculiare come assenza di riferimenti capaci di motivare l’impegno morale”, è l’ammonimento del teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto. Ancora don Bruno, con altre riflessioni, potenti “pale meccaniche” capaci di rimuovere ingombri paralizzanti: “Il consenso intorno alle fondamentali evidenze etiche, ha conosciuto una lenta erosione, che ha fatto posto a tutt’altro consenso organizzato intorno alla logica del maggior profitto”. Dall’illuminato teologo napoletano, un altro avvertimento, per un grave pericolo: “Il volto della crisi in atto potrebbe identificarsi nella tentazione sottile costituita dal dubbio che vivere onestamente sia inutile. Mai come adesso si richiede uno sforzo collettivo che ispiri la costruzione di un nuovo ordine mondiale e di nuove forme di convivenza civile, grazie a protagonisti nuovi, nutriti di forti motivazioni etiche e pronti a sacrificarsi per gli altri”. Non tenerne conto, significa privare di elementi “fondanti” il cantiere per la costruzione di una nuova e buona politica. I segnali di un vero cambiamento, nonostante gli ingombranti macigni (egoismi diffusi, demagogia dei partiti, privilegi di caste fameliche, interessi di corporativismo) ci sono tutti: la “medicina” dei referendum ha funzionato. Ora si deve veramente lavorare per un cambiamento vero, strutturale. Il progetto dell’architettura del bene comune deve essere sapiente e condiviso. Occorre che sia moderno, diverso, per soddisfare nuovi e forti “standard qualitativi” di etica sociale e personale. Il cantiere efficiente: tecnici e operai preparati e pronti al sacrificio responsabile, per costruire bene e in fretta la casa del futuro, di un mondo che ospiti tutti. Perché tutti siano a casa propria e sentano la responsabilità di contribuire a conservarla e viverla secondo un nuovo modello, definibile “eticocompatibile”. Dove i giovani possano recuperare il gusto di esserci, di costruire, di innovare, nella rinata convinzione che “vale la pena” impegnarsi per riconoscere, costruire e governare la nuova architettura del bene comune. La conclusione a don Bruno Forte: “Abbiamo il dovere di educare alla politica come forma di carità. Oggi, lo so, è un’espressione che fa sorridere. Questo è il problema”.
Antonio Irlando