Abbattimenti: sarà ripresa la protesta con un nuovo sit-in a Roma

L’appuntamento era fissato per domenica scorsa ad Arcore, davanti alla residenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Decine di rappresentanti dei comitati antiruspe, di destra e di sinistra, avevano programmato un sit–in permanente di 48 ore, con striscioni e gazebo, per protestare contro gli abbattimenti delle case abusive in Campania. Una protesta accentuata dalla promessa di un decreto bloccaruspe, fatta più volte da Berlusconi anche in occasione dell’ultima campagna elettorale per le amministrative a Napoli, del quale non sembra ancora esserci traccia. Nelle ultime però, sarebbe arrivato un nuovo impegno da parte dei vertici campani del Pdl, che secondo i comitati avrebbero promesso di reintrodurre a stretto giro nell’agenda del governo la discussione sul varo del decreto. Una parte dei comitati ha deciso quindi di “congelare” la protesta annullando la manifestazione di Arcore, mentre altre organizzazioni non si accontentano delle promesse e già la prossima settimana minacciano di riprendere la protesta con un nuovo sit – in a Roma, sotto Montecitorio. “Abbiamo preso atto dell’impegno formale del premier e dei vertici regionali del Pdl – afferma Michelangelo Scannapieco, responsabile del comitato Diritto casa della penisola sorrentina e promotore della due giorni di protesta ad Arcore – , circa la volontà di riprendere già nei prossimi giorni la discussione per risolvere a livello governativo la questione degli abbattimenti relativi alle prime abitazioni. Abbiamo dunque deciso di sospendere la prevista manifestazione organizzata per oggi e domani ad Arcore, con l’obiettivo di calendarizzare subito una nuova iniziativa di protesta qualora, nel giro di una settimana, non dovessero essere soddisfatte le nostre aspettative”. Ma in una frangia dei comitati resta la delusione per la mancata approvazione del decreto.“Dalle ultime elezioni regionali, nel 2010, – affermano alcuni rappresentanti del popolo antiruspe in un comunicato – il governo e il premier Berlusconi in particolare hanno assunto, in svariate occasioni e in modo ufficiale e ufficioso, l’impegno ad adottare un provvedimento che bloccasse le ruspe, in attesa che la Regione approvasse i nuovi piani paesistici. Ognuno di questi impegni è stato puntualmente disatteso. Quindi, se il presidente del Consiglio vuole ricostruire questa credibilità, dimostrando che è ancora in grado di assumersi le sue responsabilità istituzionali, non ha altra strada che quella di adottare i provvedimenti per i quali si è impegnato, abbandonando la strada delle semplici promesse”. Intanto potrebbero riprendere già nell’ormai imminente periodo estivo le demolizioni.Si attende l’approvazione del Bilancio, nei vari Consigli comunali della provincia, prima di calendarizzare il ritorno delle ruspe. Tra i comuni maggiormente a rischio, c’è Sant’Antonio Abate, dove sono 7 le abitazioni a rischio abbattimento, con sentenze passate in giudicato emesse dai giudici della Procura di Napoli. Ma il ritorno delle ruspe interesserà anche altri centri della fascia costiera – vesuviana, dell’area a nord di Napoli e della provincia di Salerno, con particolare riferimento a Cava dè Tirreni e all’area dell’Agro – Nocerino – Sarnese, dove nei prossimi giorni riprenderanno le iniziative di protesta da parte dei comitati.

Francesco Fusco

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