La Salernitana vince, ma non basta. Il finale dallo stadio Arechi è 1 a 0 per i granata, ma passano gli scaligeri forti del doppio vantaggio dell’andata, una vittoria amara, come le lacrime di tifosi e giocatori. Il sogno granata, di una squadra e una tifoseria che prendendo le distanze da una società disastrosa, arriva al capolinea e svanisce ad un passo dalla meta.
La partita- Si parte nella bolgia dell’Arechi, 28.000 spettatori, come non mai in questa stagione. Da una parte un Verona timido e bloccato sulle fasce, intenzionato solo a proteggere il doppio vantaggio della gara d’andata, dall’altra una Salernitana determinata a fare la gara. Carrus e Fabinho ispirano. Passano 6 minuti ed arriva il primo sussulto di marca granata: Ragusa entra in area viene bloccato da Ganci ma riesce a tirare e la palla diventa facile preda di Rafael. Dopo un minuto c’è Fabinho sull’out di destra la mette al centro e Ragusa non ci arriva di un nulla, si disperano i tifosi granata. Dagli spalti, nella zona dei distinti c’è molto movimento di forze dell’ordine e tifosi, con continui lanci di bottigliette, che hanno anche salutato l’entrata in campo di Mandorlini. Al 12’ Ragusa viene messo giù in area ma il signor Di Paolo di Avezzano lascia correre, protesta l’Arechi. Dopo due minuti viene lanciato un petardo a bordo campo il direttore di gara è costretto a fermare la gara ma la polizia riesce a sedare gli animi e si riparte dopo qualche minuto. Al 16’ arriva il primo assolo di Berrettoni che in piena area e clamorosamente lasciato solo dai difensori granata, sbaglia da ottima posizione, brivido per la Salernitana. Al 18’ va Fabinho dal corner, cross al centro e Peccarisi la mette alta sopra la traversa. C’è una sola squadra in campo e il Verona non riesce a contrastare la manovra granata che spesso riesce ad arrivare alla conclusione. Al 33’ ci prova Carrus da fuori area e la palla sortisce di un nulla; dopo 2 minuti è ancora Carrus a provarci dopo azione solitaria di Fabinho che riesce a servire il centrocampista granata, ma il suo tiro sfiora il palo. Siamo al 40’ quando Fabinho da una punizione molto invitante per il suo destro sfiora la traversa e Breda si dispera. Al 45, quando ormai si aspetta solo il fischio che decreta la fine della prima frazione di gara, Ragusa servito da Szatmari, viene messo giù in piena area, per l’arbitro non ci sono dubbi, rigore. Dal dischetto va Carrus che non sbaglia, esplode l’Arechi. Subito dopo arriva il fischio della fine del primo tempo, il pubblico fa festa e il tecnico scaligero Mandorlini, fischiato e contestato, guadagna subito gli spogliatoi. Passano 5 minuti della ripresa e il Verona va vicinissima al pareggio con il solito Alfredsson da punizione, Iuliano si supera e la mette in angolo, provvidenziale l’estremo difensore granata. Al 58’ ci prova Szatmari con un destro a giro ma Rafael ci mette una pezza. Dopo 2 minuti Fabinho show: prende palla a centrocampo, corre verso la porta avversaria dribblando ben tre avversari entra in area ma il suo tiro non è preciso, scatenato l’attaccante brasiliano. Al 70’ si ripete ancora Rafael che con un intervento provvidenziale dice no al meritato goal di Ragusa, che si dispera in ginocchio. Da qui in poi la Salernitana accusa la stanchezza e l’uscita dal campo di Carrus, sostituito da Aurelio, cala i ritmi della gara e il Verona riesce ad amministrare. Così negli ultimi minuti di gioco, paradossalmente, sono gli scaligeri a sfiorare il goal, con l’onnipresente Alfredsson, ma il portiere salernitano si supera e salva il risultato, ma serve a ben poco. Al triplice fischio finale scoppia la festa di Mandorlini & Co. i giocatori granata piangono stremati al suolo e il pubblico applaude fiero dei suoi eroi che hanno combattuto per un intero campionato.
Da domani inizierà il tormentone del futuro della società granata, per ora restano il giro di campo finale di Breda e i suoi uomini e gli applausi e i cori di una tifoseria che ringrazia e saluta.
Giuseppe Falanga