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Passaggi di quote societarie dall’Italia alle Cayman: il Fisco scopre l’elusione e recupera 4 milioni di euro

Trasformare i dividendi in interessi passivi. Il trucco non è riuscito alla società finita nel mirino dell’Ufficio Grandi contribuenti dell’Agenzia delle Entrate della Campania che, in un colpo solo, ha recuperato ben 4 milioni di euro. In seguito alla verifica fiscale che ha permesso di scoprire un complesso meccanismo elusivo su scala internazionale, la società controllata ha infatti aderito all’avviso di accertamento emesso dall’Agenzia.

L’operazione “scatole olandesi” – Il meccanismo scoperto dalle Entrate è il merger leverage buy out (MLBO – acquisizione con indebitamento seguito da fusione), considerato elusivo poiché, nello specifico, l’indebitamento della società veicolo risulta effettuato al solo fine di trasformare i dividendi verso società controllanti olandesi (indeducibili) in interessi passivi deducibili in Italia. In particolare, l’operazione prevedeva il trasferimento di quote societarie tra gruppi di primaria importanza internazionale operanti nel campo energetico.

L’analisi della catena di controllo ha evidenziato che, dopo una articolata manovra infragruppo, il soggetto economico detentore del business è rimasto il medesimo anche dopo l’operazione di MLBO.

Oltre ai notevoli importi recuperati a tassazione, con un maggior imponibile di circa 8 milioni di euro, è da evidenziare la totale adesione del contribuente al rilievo formulato che ha versato al Fisco oltre 4 milioni di euro tra maggiori imposte, sanzioni ed interessi

La cooperazione internazionale – Le anomalie riscontrate in sede di verifica hanno determinato l’attivazione della procedura antielusiva e la contestuale cooperazione internazionale. Dalle indagini è emerso che il destinatario dell’intero business era un terzo gruppo acquirente, originariamente consocio della società accertata.

Durante i successivi passaggi infragruppo, le partecipazioni oggetto di cessione aumentavano di valore e il trasferimento delle stesse avveniva mediante accollo di debiti verso società estere. Si trattava di soggetti olandesi e ungheresi riconducibili a una sub holding olandese, controllata da una  società residente nelle Antille olandesi, a sua volta controllata da un soggetto economico residente nel Delaware, tramite una conduit company (società interposta creata appositamente per ottenere vantaggi fiscali altrimenti non dovuti) allocata nelle Isole Cayman.

“Sono molto soddisfatto di questi risultati – afferma il Direttore Regionale delle Entrate Enrico Sangermano – perché testimoniano, ancora una volta, la qualità dei controlli dell’Agenzia delle Entrate che si basano, a monte, su un’accurata selezione dei soggetti da verificare. Il beneficio è evidente sia in termini di gettito, sia per l’abbattimento del contenzioso che rappresenta, per l’Agenzia, una priorità irrinunciabile.”

 

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