Urban Savana

Pret- à – partir. La moda corre lontano. Dall’Indonesia a Los Angeles, dal Sahara al Brasile, in un giro del mondo ultra fashion che confonde luoghi di partenza, destinazioni e tappe impreviste, per avventarsi lungo inediti itinerari di stile. Basta, semplicemente, voltare abito.E se fosse la città a trasformarsi in una giungla? Allora perchè non rubare i dettami del traveller look subtropicale adattandoli a uno chic metropolitano? Così i toni sabbiosi del kaky, le fantasie animalier e le snake skin preziose diventano il passe-partout di un daywear ideale.Ammettiamolo, però: d’estate, per le vie delle fashion capitals mondiali, si sprecano i sorrisi ironici alle spalle di quelle signore che, in preda a un delirio coloniale, se ne vanno a zonzo in pieno centro come se fossero appena uscite da un country club di Kuala Lumpur. Ci vogliono classe e buon senso per contaminare il guardaroba cittadino con accenti da tropical safari. Ma mai come quest’anno gli stilisti hanno saputo tratteggiare nelle loro collezioni il matrimonio ben riuscito tra daywear metropolitano e influenze “out of Africa”. Rielaborando una versione più garbata delle spesso troppo roboanti (a tratti volgari) animal prints, con cui ravvivare il prezioso chemisier -scamiciato -. La parola d’ordine risulta eleganza e cura anche per un PERFETTO URBAN SAVANA STYLE fatto di GIACCHE, SAHARIANE E TURBANTI PORTATI A STRATI, come MOSSI DA UN IMMAGINARIO VENTO DEL DESERTO. Presto, presto!! E’ arrivata l’ora per viaggi, appunti, cronache e reportage: è di scena l’avventura formato city. Meta (immaginaria): desertiche distese sabbiose o insidiose jungle (urbane), dunque.La passerella esplora lo stile senza frontiere, quello “internazionale” e coraggioso da inviato speciale o d’ispirazione cinematografica siglata Michelangelo Antonioni (Profession Reporter 1975). FOCUS ON su una DESERT STORY. Ecco una tempesta di sabbia all’orizzonte. Dal Sahara spira un forte ghibli  che trascina polvere e glitter, pantaloni sourel e turbanti tuareg. Da abbinare con canotte di seta , maglie destroy e giacchini survivor . In un gioco di mixaggi e miraggi che prende spunto dagli abiti che si confondevano tra la sabbia, indossati da Debra Winger e John Malkovich in “Il tè nel deserto”, cult movie di Bernardo Bertolucci del 1990. A loro quei look servivano per viaggiare nel Maghreb. Ma nulla impedisce alle fashion victims del 2011 di strizzare l’occhio a quelle mise per portare un po’ d’Africa in città. Leitmotiv della tendenza: fluidità/comodità delle linee accostate a nuance che evocano passaggi avvolti da fango, natura, polvere, sabbia. Una donna pronta per l’ ”avventura moda”, che rivede l’appeal di un completo quotidiano e che sceglie tocchi cromatici di sabbia chiarssima nelle proposte di Etro (trench+short), Max Mara (gilet+bermuda), Lacoste. Ma è anche una donna capace di liberarsi dai formalismi del tailleur giacca e skirt per sdoganare lo charme rilassato di una gonna-pantalone da abbinare ad un top senza maniche. Ai piedi zeppe in legno o in paglia (che denoterà quel tocco romantico) e che permetteranno di arrampicarsi su furbissimi plateaux anche di prima mattina…E che dire del MACULATO? E’ meglio parlare di NEOANIMALIER. Sì, perchè una volta c’era il maculato classico, letterale, quasi eccessivo nelle sua fedeltà alle pellicce della natura che voleva in tutti i modi ricordare. Amatissimo dalle excessive ladies di ogni dove, l’animalier ha invece messo sotto scacco le signore meno estroverse e stravaganti, che di fronte a tripudi wild prints si defilavano in tutta fretta. Finchè la moda ha capito che poteva, anzi doveva esserci un approccio più minimale. Che si esprime attraverso stampe ispirate sì alle pelli degli animali, ma magari con un formato mignon. Oppure ammantando di sfumature le maxi geometrie Sixties-retrò (vedi Marni con i suoi completi blusa+pantaloni in seta jacquard di una collezione estiva datata 2009). Il tutto nei toni suvages, caldi della savana: sabbia, terra, beige, kaki, giallo bruciato e tonalità intense di arancio e marrone. Fantasie animalier decisamente raffinate PER DONNE GIRAFFA, DONNE SERPENTE E DONNE TIGRE. Mito moderno, imperdibile, del safari look risulta invece la sahariana. Nella collezione Yves Saint Laurent dell’estate del 1966 compare una tenuta da safari, composta da un blouson di pelliccia d’ocelot, camicia e leggings di cotone. Probabilmente l’ispirazione è stata la tenuta indossata dagli occidentali in Africa, o forse dall’infanzia trascorsa nel Maghreb (lo stilista nacque a Orano, in Algeria). Un capo già presente  nel guardaroba del gentleman anni Trenta, capace di proteggere dal calore in modo confortevole e che con la sua tonalità naturale mimetizza la polvere e la sabbia del deserto. La consacrazione avviene nella sfilata haute couture dell’anno seguente, in cui lo stilista diventa più esplicito e nel programma del défilé definisce il capo “saharienne in tela beige”. Arriva il maggio 68 e la safari jacket esprime il nuovo spirito del tempo, incarnando il manifesto di libertà che in quegli anni cominciava a sconvolgere la società e il guardaroba, interpretando l’attitudine di una femmina fiera, selvaggia e indomita. Il successo fu immediato e dalla stagione seguente fu venduta nella boutique Rive Gauche, sottolineando la seduzione maschile e femminile. Oggi è reinterpretata di collezione in collezione da Stefano Pilati, direttore creativo della maison. Un capo versatile, perfetto con l’accostamento di accessori in cuoio come bisacce, cinte e bracciali.I richiami del deserto si tingono di note intriganti, sensuali, quando cala la sera. La donna wild si trasforma in una principessa berbera che cede al fascino del blue tendente al nero – Giorgio Armani – vestendo mise ipersartoriali, senza rinunciare a un bel kepi avvolto sulla testa.Ricordate: una pelle dorata esprime sempre l’esotismo dell’altrove. Evoca il viaggio, l’incontro con gli elementi, terre lontane, l’aria aperta, l’ardore del sole. Tocchi di terre abbronzanti e luminose scie dorate che captano le sfumature dei tramonti equatoriali per poi avvolgere il viso nelle più calde tonalità. Direttamente dalla Savana, terra di avventure ecco pronta la legionaria pasionaria. Vera tigre del deserto, ops città.

M.Chiara D’Apolito

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