Palazzo Chigi, 4 gennaio: Gianni Letta e Stefania Prestigiacomo da un lato, dall’altro l’allora sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il presidente della Regione Stefano Caldoro e quello della Provincia Luigi Cesaro firmano l’accordo sull’emergenza rifiuti. Finora solo il Comune ha fatto la sua parte. Il neo sindaco Luigi de Magistris ha dato proprio nei giorni scorsi il via libera all’apertura di un sito di trasferenza e messo mano alla questione della differenziata con una delibera, la prima del suo mandato. Morosa è la Provincia che non ha dato nessun indirizzo sui siti in cui sversare, mentre l’opera della Regione è bloccata dalla sentenza del Tar del Lazio e dal mancato varo del decreto sblocca-flussi per inviare la spazzatura fuori dalla Campania. Se entro mercoledì, la scadenza fissata per avere una Napoli pulita e andare a Bruxelles per ottenere lo sblocco di 145 milioni di euro, la situazione non si sarà chiarita, de Magistris e il suo vice Tommaso Sodano passeranno al piano B. Vale a dire: chiarire che al Comune competono solo la raccolta e la differenziata, e non lo smaltimento. Già mercoledì in sede Ue, se il commissario competente non dovesse riscontrare nel piano di Palazzo Chigi le garanzie necessarie, il sindaco potrebbe chiedere uno stralcio per Napoli. «C’è bisogno di responsabilità da parte di tutte le istituzioni – ha dichiarato Sodano al «Mattino» – a partire dal Governo che deve sbloccare il decreto per consentire il trasferimento fuori regione. È il caso di ricordare che il Comune ha solo il compito di provvedere alla raccolta dei rifiuti e che l’individuazione delle aree per gli impianti spetta alla Provincia e alla Regione, ma in una logica di collaborazione istituzionale». Sodano, notoriamente contro le discariche, per il momento si trova a fronteggiare l’emergenza e a dire sì ai siti di trasferenza. «Alle popolazioni di Acerra e Caivano – ha detto – va la mia comprensione per il mancato rispetto degli accordi sottoscritti. Anche a Napoli è stato attivato un sito di trasferenza nello spirito di una comune collaborazione tra tutti i territori».
Antonio Averaimo