A Villa Bruno, presentato il libro Tra il Vesuvio e il mare

La difesa e la promozione della vesuvianità,il rispetto del paesaggio e la valorizzazione dei territori comprendenti la fascia che va da San Giorgio a Cremano a Torre del Greco, comunemente conosciuta come “zona rossa”, alle pendici del Vesuvio costituiscono il leit motiv alla base del libro “tra il Vesuvio e il mare”, scritto da Mario Carotenuto, figlio di questa terra nato a Napoli ma vissuto per buona parte della sua vita tra San Giorgio a Cremano, Ercolano e Portici. Alla presentazione del libro avvenuta presso la maestosa cornice di Villa Bruno, hanno partecipato il sindaco di San Giorgio, Mimmo Giorgiano, quello di Portici, Vincenzo Cuomo, l’assessore all’Identità cittadina del comune di Ercolano, Gioacchino Acampora e gli imprenditori Antonio Romano, presidente del Rotary club di Ercolano e Corrado Ferlaino, ex patron del Napoli calcio e titolare dell’albergo costruito all’interno di Villa Aprile, da lui recuperata, nella città degli scavi. L’incontro è stato moderato dall’ex presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ermanno Corsi, in virtù di una sua lunga amicizia con l’autore del testo sin dai tempi del liceo. L’autore, da storico ricercatore ed erudito appassionato, ripercorre come un cronista le storie dei luoghi, dei loro usi e costumi e dei personaggi che li hanno abitati a partire dalla metà del Seicento a metà anni ’90. Il titolo dell’opera, ripreso da un vecchio adagio, potrebbe essere parafrasato in questo modo: “Tra il Vesuvio e il mare, c’è di mezzo il fare”. Ma fare cosa? L’autore è abbastanza esplicito quando invoca “tutti quei provvedimenti atti alla salvaguardia di un patrimonio storico-culturale inestimabile, che sta decadendo inesorabilmente, ispirati ai principi del rispetto dell’ambiente e alla promozione dell’immagine dei nostri territori ai più alti livelli”. Il riferimento corre a ciò che intercorre tra i due tradizionali simboli  della napoletanità, appunto il Vesuvio e il mare che bagna la città di Partenope. Un mondo fatto di luci e ombre, di disincanto e illusione, di trasparenza e opacità. Una realtà costituita di memoria storica collettiva, ricordi impressi come fotografie di altri tempi di personaggi che hanno dato lustro a questi territori che però nel corso del tempo hanno pagato lo scotto di perdere il loro fascino a seguito dell’acuirsi della piaga dell’abusivismo edilizio che, oltre a determinare una eccessiva, irrazionale e inverosimile conurbazione, ha deturpato in maniera profonda il paesaggio che scoscende dal cratere del vulcano sino a raggiungere la costa. Un fenomeno definito da Carotenuto “un vero e proprio crimine contro l’umanità, per cui sarebbe utile istituire u tribunale internazionale per rendere giustizia di così tanta ferocia”. Il libro, di quasi 5oo pagine ricche di notizie e informazioni di antropologia culturale, geografia sociale e di testimonianze, anche di tipo autobiografico, non vuole essere un semplice album dei ricordi, ma un lascito di buon auspicio alle generazioni future che, dal passato possano apprendere i rudimenti essenziali del saper vivere e del costruire una potente identità cittadina, promuovendo il valore reale e la significativa essenza dell’essere vesuviani. Appare evidente scorrendo le fluide pagine del libro che la cultura non viene descritta seguendo i classici canoni dell’agiografia o del gusto del pittoresco, né ricorrendo alle categorie spesso utilizzate o addirittura abusate in ambito letterario, della nostalgia e della retorica. E’semplicemente ricerca di memorie perché questo produca una sollecitazione pubblica, una più consapevole presa di coscienza dei mali presenti per poterli correggere. Dei ben 108 libri rassegnati dall’autore, dai quali ha preso spunto per la sua opera, ne emerge una hit parade dei luoghi maggiormente citati perché oggetto di visite, studio, narrazione o ispirazione artistica. Il luogo più citato è ovviamente il Vesuvio, col quale i napoletani stringono da sempre il rapporto catulliano dell’odi et amo. Poi in rapida successione, troviamo gli scavi di pompei, la Reggia di Portici e il Miglio d’Oro con le sue ville Vesuviane, veri collettori attrattivi di turismo, ma il cui recupero totale è un tema che dovrebbe rientrare a pieno titolo nell’agenda politica delle amministrazioni che governano tali territori. Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto, per espressa volontà dell’autore, alla Caritas di Napoli.

                                                                                                                                  Claudio Di Paola

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