Il sole lambisce i ciottoli e la sabbia di Pozzano fin dal primo mattino, l’orologio non segna ancora le 7.00 che iniziano ad arrivare i bagnanti. I primi a scendere la ripida scalinata d’accesso sono gli anziani e gli sportivi, che d’abitudine si svegliano all’alba; poi le famiglie i papà, le mamme e i bambini attrezzati con palette, secchielli, sdraio, ombrelloni e vettovaglie; infine le giovani coppie e le comitive di ragazzi con radioline, carte napoletane, panini e tanta allegria.
Pozzano è un lido pubblico e accedervi non costa nulla in termini di denaro. Si paga troppo, invece, in termini di dignità e salute. La spiaggia infatti, nonostante l’amenità naturale, è letteralmente ridotta ad una discarica a cielo aperto dove mancano i minimi requisiti per considerarla degna di un paese civile.
Allertati dalle segnalazioni arrivate in redazione noi de “il Gazzettino Vesuviano” proviamo a dar voce ai bagnanti di Pozzano, stanchi di essere trattati come cittadini di “serie B” solo perché usufruiscono di un bene pubblico. “Manca tutto – si sfoga il sig. Giovanni, 74 anni – questa è la peggiore estate che io ricordi. Gli scorsi anni c’erano dei ragazzi che provvedevano alla pulizia, raccoglievano i rifiuti e con una carrucola li portavano nei cassonetti posti sulla Statale Sorrentina, gli stessi ragazzi provvedevano a fittare sdraio ed ombrelloni a chi ne faceva richiesta. Probabilmente esercitavano questo lavoro abusivamente ma offrivano un servizio che la pubblica amministrazione non è stata capace di garantirci”. “Noi anziani – interviene il sig. Mario, 65 anni – che da anni frequentiamo Pozzano cerchiamo di ripulire la spiaggia ammucchiando i rifiuti al muraglione, ma questo non basta perché nessuno provvede poi a portarli via, e la cosa grave è che ci sono persone che appiccano il fuoco all’immondizia pensando di risolvere il problema”. “Se potessi permettermelo pagherei per portare i miei figli ad un lido privato – ci confida Maria, 35 anni madre di 3 bimbi – mio marito purtroppo è tra gli operai dell’indotto Fincantieri e a stento possiamo permetterci gli spiccioli da dare al parcheggiatore abusivo”. “La cosa più squallida, oltre ai rifiuti – rivelano Sandro e Michela, fidanzati – è la mancanza dei servizi igienici, è impensabile che un luogo pubblico così affollato non abbia un bagno. Ed è schifoso dover sentire la puzza di urina e feci di chi fa i propri bisogni lungo le scale d’accesso alla spiaggia”. Dello stesso parere Maurizio 20 anni, che oltre a non sopportare più questo schifo, vorrebbe sapere dove vanno a fare il bagno il Sindaco di Castellammare e il resto dell’amministrazione comunale, “se i signori della politica portassero i figli a fare il bagno a Pozzano non credo che riuscirebbero a dormire tranquilli la notte”. “Ci sentiamo umiliati – conclude Roberta 25 anni studentessa universitaria – perché la discriminazione sociale è una brutta cosa. Il divario tra la nostra spiaggia pubblica e le adiacenti spiagge a pagamento è troppo marcato. Chi può permettersi di pagare gli esosi biglietti d’ingresso ha diritto a tutto, chi non può permettersi questo lusso non ha diritto a niente, nemmeno alla propria dignità. Addirittura i gestori dei lidi privati, in barba ai divieti e ai regolamenti vigenti, hanno provveduto a sistemare delle recinzioni in ferro che separano i poveri, che fanno il bagno tra i rifiuti, dai ricchi. E dire che il mare e la sabbia di Pozzano sono gli stessi per noi e per loro”.
Ferdinando Fontanella