La situazione altamente sismica rilevata dagli addetti ai lavori nella politica pompeiana ha scatenato una guerra di comunicati, note e distinguo. Per chiarirci e chiarirvi ulteriormente le idee su quanto, per la verità, non ancora conclusosi a Palazzo De Fusco abbiamo rivolto qualche domanda al sindaco di Pompei Claudio D’Alessio.Ritiro delle deleghe all’assessore Esposito, le dimissioni di Uliano seguite dalla nomina di un nuovo assessore, un commento caldo, come ci è stato invece inviato dalla parte in rottura, non l’abbiamo ancora avuto. Perché tutta quest’operazione? Non è un passaggio semplice, è un’operazione di chiara rottura?«Dovrei conoscere quanto le è stato riferito da questo gruppo che si sente avvilito all’indomani del provvedimento preso e vale a dire alla revoca dell’assessore Esposito, conoscendo le motivazioni che hanno spinto alla critica potrei essere sicuramente più chiaro».Le motivazioni sono pubbliche c’è stato un comunicato stampa molto duro, l’abbiamo pubblicato due giorni fa sul nostro quotidiano online ed è sicuramente passato per il suo ufficio stampa. Si parla di sindaco dittatore, con il quale non si può avere alcun tipo di confronto.«Sono giunte varie comunicazioni, l’ultima è quella di stamattina dell’ex assessore Uliano. Sembra strano che queste motivazioni vengano fuori all’indomani del provvedimento di revoca. Probabilmente c’era la necessità che il sindaco comunicasse bene ai suoi concittadini e agli alleati che non venga mai messo in dubbio chi è al comando di quest’amministrazione, vale a dire chi è il primo cittadino. Cose che, per una serie di motivi, questo gruppo di cui oggi lei mi dice, e ovviamente lo comunica attraverso la stampa, si dice invece leso e che il sindaco è un dittatore. Tutt’altro! Oggi il sindaco ha avvertito la necessità di fare un riordino affinché si agisca nel solo indirizzo voluto dalla maggioranza e non che si seguano più indirizzi. Ho inteso, con le motivazioni che sono tutte inserite nel provvedimento, e vale a dire la poca collaborazione, tracciare una linea amministrativa ben marcata. Tutti gli assessori sanno che hanno la libertà assoluta, in questa libertà assoluta però non può non considerarsi che gli assessori sono nominati dal sindaco e che comunque devono in un certo qual modo riferirsi al primo cittadino».Non è facile, oggi come oggi, agire come stanno facendo i componenti del gruppo Unità ed Impegno, e che potrebbe anche essere condivisibile, poiche lasciare un assessorato, lasciare le deleghe “lasciare la poltrona”, è certamente un atto forte, che attiene ad un modo “giusto” di fare politica.«Diciamo che la popolazione conosce i suoi amministratori. Oltretutto è un modo di fare politica, questo che si sta avvertendo, molto provinciale. Come potrebbe mai argomentare una parte politica che da sette anni partecipa alle scelte che interessano il paese, se non avvilirsi su queste argomentazioni che non hanno né capo né coda? Noi non abbiamo rivolto alcuna contestazione all’assessore Uliano, tra l’altro è una brava persona ed ha sempre lavorato per quest’amministrazione, per cui comprendo il sostegno alla collega ed al suo gruppo, ma lo invito a ritornare sulla sua decisione. Lui, come la dottoressa, è assessore di questa giunta, non di altre giunte, per cui comprendo le sue dimissioni, ma è tempo che le ritiri perché se è affezionato al suo paese, alla sua popolazione deve tornare a fare l’assessore. Non l’ho revocato, anzi l’ho invitato, inviandogli un messo comunale, a raggiungermi nel mio studio a Palazzo De Fusco per fare una riflessione volta a stabilire se vi sono le condizioni perché ritiri le dimissioni».L’operazione politica che si è avuta questa settimana è stata precisa: esce un gruppo entra l’Api, come se fosse stato già tutto deciso.«Assolutamente, non è stato organizzato nulla. Anzi, l’API era già in amministrazione e devo dire che qualche disattenzione da parte di questa formazione pure c’è stata. Abbiamo voluto ricoinvolgerli, tra l’altro la nostra amministrazione si connota per essere fortemente orientata verso il centro e quindi tenere fuori l’API sembrava un po’una cosa non proprio logica».Qualche altra voce vedrebbe la coalizione di centrosinistra diventare presto propensa a pendere a centrodestra. Conseguenzialmente a questo allontanamento dall’amministrazione di una folta parte di sinistra, non è che magari è pronta a saltare sul carro quel che resta del centrodestra?
«Oggi si dice di tutto. Consiglierei però chi si azzarda in tali pronostici dicendogli che prima di anticipare delle cose, che non corrispondono mai a quello che fa quest’amministrazione, è bene attendere».Gennaro CirilloAnna Bottone