A Napoli il Campania Pride. In testa al corteo Vladimir Luxuria ed il sindaco De Magistris

Il Campania Pride del 25 giugno ha fatto registrare una altissima partecipazione: partendo da piazza Plebiscito, il corteo e i carri hanno sfilato fino alla riviera di Chiaia, con in testa l’ex deputato Vladimir Luxuria, il sindaco de Magistris, il vicesindaco Sodano e l’assessore Narducci.

Una grande festa di colori, che ha voluto invitare anche a superare le divisioni delle associazioni Lgbtq(gay, lesbiche e trans) sull’evento. Arcygay e Arcilesbica infatti non hanno partecipato alla sfilata, ma nessuno lo ha rimarcato.

“Se non restiamo tutti uniti perdiamo” – ha più volte affermato l’ex deputato Luxuria durante la manifestazione, che si è anche complimentata con il sindaco per la possibilità di istituire il registro delle unioni civili. Cosi de Magistris ai microfoni e alla stampa: “Ho sempre detto che sono il sindaco di tutti, e stavolta lo dico da cattolico e credente.

Abbiamo fatto qualche domanda a Carlo Cremona, presidente dell’associazione onlus iKen, la principale promotrice del corteo di sabato.

La vostra associazione si occupa anche di arte, promozione di linguaggi giovanili, cultura come forma di investimento e produttività: in questo senso è fiducioso nella nuova amministrazione De Magistris?

Assolutamente si. In questi giorni siamo entrati in contatto con la nuova giunta e abbiamo potuto notare delle notevoli aperture che tutta la squadra ha confermato di avere anche dopo la campagna elettorale. Siamo anche però attenti osservatori di quello che accadrà.

Politica nazionale: Vendola pare essere l’unico politico italiano che lotta apertamente contro le discriminazioni sessuali. Per l’Italia politica di oggi sarebbe un passo più lungo della gamba una sua eventuale nomina a premier?

Per quello che vediamo è un ottimo amministratore: in Puglia ha investito sulla green economy, sulla cultura, ha ridotto gli sprechi: è un politico che guarda tanto avanti rispetto alla deriva che la vecchia politica piduista e piquattrista ci sta portando. Purtroppo l’Italia oggi è frenata dalla Lega e da Bossi, che però rappresentano solo il 10% degli italiani, quindi non dobbiamo farci influenzare da chi comanda e da chi effettivamente non ha potere.

Ricordando gli eventi di intolleranza a Napoli dell’anno scorso, qual è la strada per crescere Napoli in fatto di lotta alla discriminazione?

E’ la cultura. Investire, fare progetti trasversali che parlino non sono di e a famiglie etero formate ma che parlino di pluralità e di condizioni diverse per sessualità, orientamento religioso, provenienza geografica. La cultura può rompere i ghetti all’interno dei quali i gay, i neri, gli ebrei e tanti altri si vanno a rinchiudere. Dobbiamo costruire una società meticcia, come dice Vendola, che si unisce e crea nuove identità: noi non possiamo stabilire a priori che identità debba avere un popolo, quello lo fanno gli uomini con gli animali quando stabiliscono le razze, e noi non dobbiamo essere razzisti, come ci ha insegnato la seconda guerra mondiale. Portiamo avanti la nostra piccola rivoluzione, che per noi si chiama Gay Pride, ma che per altri avrà diverso nome ma stesso significato.

Mario De Angelis

 

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