Gli incubi di una città

Se dura una notte, la peggiore delle ipotesi è un risveglio di soprassalto inondato di sudore con annesso bello spavento. Se invece si protrae per più di sette anni, comincia ad essere qualcosa di molto più che una semplice preoccupazione. Soprattutto, dopo una notte, può capitare di ricordarselo tutto o in parte, o di averlo completamente rimosso; ma, dopo sette anni, per Bologna, l’incubo si è trasformato in un ricordo indelebile che neanche la storia potrà più cancellare. Ne aveva viste già tante San Petronio sotto i suoi occhi: rastrella-menti barbari e senza pietà, bombe alla stazione, sui treni per due volte, quasi nello stesso punto, ma questa davvero non se la sarebbe immaginata neanche lui. Nella famigerata banda della Uno bianca che ha terrorizzato Bologna e la Romagna per tutto quel tempo ci sono dei poliziotti in servizio. Non è possibile; è uno scherzo o un romanzo, diceva il santo nel pulpito della sua cattedrale; ed invece no, è tutto assolutamente vero come è vero tutto il resto che riguarda questa brutta storia. Al processo sono stati riconosciuti colpevoli di 103 azioni criminali: rapine a caselli autostradali, supermercati ed istituti di credito con un bottino totale superiore ai due miliardi, di 24 omicidi, alcuni completamente gratuiti ad eventuali testimoni, comprendendo anche carabinieri, poliziotti e guardie giurate, con 120 feriti  in aggiunta finale. Questi i nomi: Pietro Gugliotta, Mariano Occhipinti, Luca Valicelli ma, soprattutto loro, i fratelli Savi: Roberto, Alberto e Fabio.Quest’ultimo è l’unico a non far parte delle forze dell’ordine ed è proprio lui, inconsapevolmente, a far saltare il banco.C’è la sua faccia nel video della telecamera di sorveglianza di una banca svaligiata e, per di più, in un appostamento della polizia davanti ad una banca indicata come potenziale obiettivo, viene pedinato fin sotto casa sua, a Torriana, un paesino dei dintorni.I primi riscontri sono positivi: quello nel video è Fabio Savi e si scopre che Roberto nei giorni in cui si sono perpetrati i crimini non era in servizio; scattano immediatamente le manette.Fabio tenta di scappare ma viene bloccato a meno di trenta chilometri dalla frontiera austriaca; Roberto viene arrestato in Questura: addosso, aveva due pistole e quattro caricatori. Dopo qualche giorno è la volta del terzo fratello e degli altri. Il processo scrive la parola fine all’incubo di Bologna: ergastolo ai fratelli Savi e ad Occhipinti, 18 anni a Gugliotta e tre anni e mezzo a Valicelli.

Francesco Rosario Lepre

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