In questi giorni le rivolte sembrano essersi riaccese di conseguenza alle parole del governatore della Campania Stefano Caldoro, il quale ha ribadito che cancellare Cava Vitiello con il decreto 196/2010 è stato un errore.
I cittadini e i sindaci dei paesi vesuviani sembrano aver creduto che dal momento che non ci saranno più discariche in cui conferire i rifiuti, il Parco Nazionale del Vesuvio sarà utilizzato nuovamente come lo sversatoio della Campania, con la seconda discarica più grande d’Europa, quella per cui la gente ha lottato nei mesi caldi delle manifestazioni, contro lo stato e le forze dell’ordine.
Non va dimenticato che comunque la gente ha manifestato anche per la chiusura dell’attuale discarica, la Cava Sari, e per un nuovo ciclo di rifiuti che prevede la raccolta differenziata porta a porta, trattamento a freddo dei rifiuti, riuso e riciclaggio, siti di compostaggio ed isole ecologiche.
«Sull’emergenza rifiuti e, in particolare sull’utilizzo di Cava Vitiello a Terzigno, non si deve fare demagogia- scrive il Partito Democratico di Napoli in una nota-, il governo Berlusconi deve rispettare gli impegni assunti nei confronti delle popolazioni vesuviane e dell’Unione Europea. Al tempo stesso pensiamo che si debbano superare ritardi ed inefficienze per incrementare le percentuali di raccolta differenziata in tutti i comuni vesuviani, per giungere alla messa in sicurezza e a una corretta gestione della discarica ex Sari».
Il PD ha chiesto la proclamazione dello stato di emergenza per affrontare in modo strutturale questa fase, individuando nuovi siti di conferenza, superando la rigida collocazione provinciale, completando gli impianti del ciclo di trattamento dei rifiuti e superando i limiti finora riscontrati nell’organizzazione della raccolta differenziata.
Concludendo il Partito Democratico di Napoli afferma: «Solo così potremo ridurre i rischi e i disagi che patiscono i cittadini limitando anche i durissimi colpi che subisce la nostra economia turistica e produttiva».
Giovanna Sorrentino