Castellammare: un immenso striscione per celebrare Juve Stabia, Fincantieri e centro antico

Juve Stabia, Fincantieri, centro antico. Sono questi i temi dell’immenso striscione esposto da alcune ore sulla facciata dell’Hotel Montil di via Bonito, in pieno centro a Castellammare. Si tratta di un’iniziativa messa in piedi dall’associazione «’A Maronna t’accumpagna» di Catello Izzo, 42enne stabiese «capo tifoso» storico delle «vespe». Devotissimo alla Madonna di Pompei, Izzo parla di un disegno che ha come leit-motiv l’intercessione della Vergine. Striscioni recanti l’immagine della Madonna sono stati esposti dai lavoratori di Fincantieri a Roma in occasione del vertice, conclusosi positivamente, sul futuro dello stabilimento stabiese, e durante la finale disputata dalla Juve Stabia contro l’Atletico Roma, che ha consegnato ai gialloblé le chiavi per l’accesso alla serie B. «L’obiettivo dello striscione – ha spiegato Izzo – è focalizzare l’attenzione sulle problematiche vissute dalla città e sull’impegno dei ragazzi del centro antico che lottano ogni giorno per emergere. Il nostro è un messaggio di civiltà e di non violenza. Noi residenti delle strade antiche della città diciamo a tutti che la violenza affascina solo chi la osserva da lontano, noi che purtroppo siamo a stretto contatto con essa la odiamo e la ripudiamo. Il centro antico non è criminalità, ma è Raffaele Viviani, Fincantieri, Terme di Stabia». L’associazione opera sui territori di Castellammare, Pompei, Boscoreale e Terzigno da oltre cinque anni, ha diversi referenti di zona. Nella città delle acque hanno collaborato con Izzo per l’esposizione dello striscione di 400 mq Giulio Pettinato e Ivano Santaniello. I colori di Castellammare e la frase «Abbiamo pianto di gioia per la B, vogliamo piangere per un nuovo varo» sventoleranno sulla facciata del Montil per tutta l’estate. Perché piangere? Chi ha assistito al varo di una nave almeno una volta lo sa, ma Izzo ne da un significato personale: «Da piccolo abitavo di fronte al cantiere dove lavorava mio padre e molti altri miei parenti. Abitavo talmente vicino che quando era quasi ora di staccare, mio padre faceva un segnale con una fiamma a mia madre che di conseguenza calava la pasta per la cena. Ricordo lavoro di mio padre e la sua dignità, ricordo il suo sudore giorno dopo giorno, e ricordo le lacrime di gioia sul suo volto quando una nuova nave scivolava in mare».

Francesco Ferrigno

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