La Pro Loco di Afragola comincia a muoversi e davvero bene

La Pro Loco di Afragola comincia a muoversi e davvero bene,  con grande successo è partita  la  kermesse “Caffè culturale”. Con la collaborazione del Centro Studi Santa Maria d’Ajello, dell’Associazione l’Artefatta e dell’Istituto di Studi Atellani di Frattamaggiore, lunedì 27 giugno è stato presentato il romanzo di Francesco Cammisa “Il Capitano Zangen”. Dopo l’introduzione del Presidente della Pro Loco Claudio Grillo sono intervenuti: il prof. Giuseppe Limone, il prof Alfonso Villani. A coordinare i lavori  il prof. Marco Corcione.  Il romanzo mi ha fortemente commosso – rompe il ghiaccio il Prof.  Corcione-  per lo scavo psicologico dei personaggi in cui l’autore si è immedesimato.  “Il Capitano Zangen”  è il protagonista di una delle più crudeli stragi naziste, l’eccidio delle fosse Ardeatine, Wilhelm Zangen sconta in Italia gli arresti domiciliari, dopo l’estradizione dall’Argentina, dove si era rifugiato al termine della guerra, come tanti altri ufficiali del Terzo Reich. Il caso, inaspettatamente, gli offre l’opportunità di aiutare il fratello di una delle vittime del 24 marzo ’44, un povero vecchio cui è stata occupata abusivamente la casa popolare. La vicenda paradossale, che vede i diabolici fantasmi della storia nella parte dei paladini dei più deboli e lo Stato democratico nella parte di un giustiziere dei poveri inetto e inefficace, tocca il tema della divisione delle colpe, dell’impossibilità di distinguere con certezza il bene dal male, dello scambio dei ruoli tra vittima e carnefice. Impeccabile l’ intervento del prof. Limone – “in questa manifestazione  si incrociano due filoni, il rendere onore alla letteratura e all’amicizia che mi lega a questo posto. Qui è possibile incrociare le due cose. Il mio intento è quello di far rilevare la stratificazione presente nel romanzo: la narrazione, la storicità, la filosofia,  la teologia.  Il narratore ha una sua emozione che non confessa nel romanzo ma  che passa come un vento nel lettore e lo scuote. La parola acquista un andamento lineare , non ha l’ ambizione di essere raffinata ma usa una scrittura pulita. Francesco Cammisa con occhio che sta tra il sorriso e il pianto crea situazioni paradossali guardate con il riso e con il pianto. Dentro la situazione si muovono figure all’interno di mondi che vanno dal fascismo alla società moderna . Figure che vivono ognuna nella propria stanza, che intrecciano linee che vanno ad incrociarsi e la commozione è nel segno dei personaggi.” Il Capitano Zangen che nel 1944 era capitano che si muoveva in un mondo prestigioso, con doveri e regole , al tempo stesso abbiamo un’altra figura che è la figura del povero ragazzo sacrificato nelle fosse naziste. Si trova un atto di pietas da parte del carnefice del fratello . tra vittima e carnefice un rapporto rovesciato. “ pensavo che fosse un romanzo storico militare, ma di militare c’è molto poco, forse solo l’obbedienza”  – sottolinea il prof. Alfonso Villani – e prosegue dicendo che dalla lettura del romanzo colpisce una verità che tocca tutti noi: “i personaggi sono convinti di loro stessi mentre noi , oggi non abbiamo più il tempo di guardarci dentro”. Una serata davvero suggestiva, fresca e piena di stimoli, a cui la cittadinanza ha risposto numerosa. Capitan Zangen , ci induce ad una conclusione che siamo passati da un mondo in cui le verità erano chiare, a un mondo quello odierno senza verità che costruisce solo fantocci.

Dora Ambra

 

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