Regione: aumenti ad Irap e Irpef

Costerà caro ai cittadini campani il mancato rispetto del piano di rientro per il disavanzo sanitario. La quota non coperta di 248,8 milioni comporterà infatti l’aumento dell’aliquota Irap e dell’addizionale Irpef per l’anno di imposta 2011. È stato il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, attraverso una nota, a dare notizia della stangata. La maggiorazione, secondo le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, produrrà effetti dal 2012. L’incremento dell’Irap è dello 0,15, quello dell’Irpef dello 0,30. In riferimento alla nota del ministero, la Regione ha fatto sapere che «le maggiorazioni sono in vigore in Campania già dal primo gennaio scorso, in applicazione della legge 191 del 2009 sui piani di rientro per il disavanzo sanitario» e che «avendo ridotto il debito sanitario la Regione sta lavorando in sede di Conferenza Stato-Regioni a una proposta che preveda, a determinate condizioni, un annullamento degli aumenti». Il primo allarme venne lo scorso 14 aprile quando la verifica sui conti dette esito negativo. Il tavolo tecnico evidenziò un disavanzo di 248,8 milioni e pose una serie di rilievi. «Si prefigurano – è scritto nel verbale della verifica di aprile – le condizioni per un ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e di addizionale Irpef». I tecnici di via XX Settembre fissarono un termine di trenta giorni entro cui la Regione avrebbe dovuto mettere in campo ulteriori azioni per evitare la stangata. «Si sono consolidate – si legge nella nota del dipartimento Finanze – le condizioni per l’applicazione delle disposizioni che prevedono, nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi del piano di rientro per disavanzo sanitario, la maggiorazione dell’aliquota dell’Irap e dell’addizionale regionale Irpef. Pertanto, per l’anno d’imposta 2011 si conferma l’applicazione delle vigenti maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive nella misura di 0,15 punti percentuali e dell’addizionale regionale all’Irpef nella misura di 0,30 per cento». Il gruppo consiliare del Pd ha chiesto una seduta straordinaria del consiglio regionale. «La giunta può dire quello che vuole – ha dichiarato il capogruppo Peppe Russo – ma siamo davanti a un ulteriore aumento. La sanità è allo sfascio e manca una strategia. E siamo al paradosso che il governo, aumentando le tasse, punisce i commissari che lui stesso ha nominato. Fra l’altro vorremmo sapere dov’è finito il sub-commissario Morlacco. Dobbiamo rivolgerci alla Sciarelli?». Il mancato rispetto dei vincoli del piano di rientro compromette anche lo stanziamento delle risorse destinate alla Campania. A ottobre 2010 fu sbloccata una prima quota (1,7 miliardi) del fondo sanitario, ma resta ferma la seconda tranche (1,3 miliardi) che la Campania avrebbe dovuto incassare entro la fine del 2011. Unico segnale positivo sembra essere l’avvio dei pagamenti verso i fornitori. Allarmati i sindacati, preoccupati che la necessità di tagliare abbassi i livelli di assistenza. La Cisl ha chiesto alla Regione di convocare un tavolo per discutere dei piani attuativi. «Se si opera una sola nuova azione di accorpamento, di tentativo di chiusura o riconversione dei reparti senza una condivisione a monte delle scelte – ha detto il segretario regionale Lina Lucci – mobiliteremo i cittadini contro chi tiene più agli affari di pochi e agli interessi politici che alla cura e alla salute della popolazione campana».

Antonio Averaimo

 

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