Il nostro SUD è un territorio estremamente bello, ma particolarmente dannato: vantiamo bellezze artistiche e paesaggistiche incomparabili, invidiate e rinomate in tutto il mondo, ma l’incompetenza, l’incapacità di gestire e l’inettitudine di noi uomini che ci viviamo, ha lentamente rovinato la sua sublime reputazione. Oggi, la celebre immagine del Vesuvio e dei rinomati luoghi turistici che dalla sua vetta si possono ammirare, sono offuscati dalla ingombrante e maleodorante etichettatura di paese spazzatura, dataci dai mass media di tutto il mondo, e sulla quale non vi è nulla da eccepire: la spazzatura in strada c’é realmente e il maleodorante olezzo pure. E’ piena emergenza rifiuti e non passa giorno che non si facciano cervellotici progetti su come porre rimedio a questa catastrofe sociale incontenibile e dilagante. Il tempo trascorre inesorabile e qualcuno inizia a dubitare che si possa trovare una valida soluzione, perché c’è di mezzo la politica, il malaffare e la superficialità di tantissimi cittadini. Il prof. Bonuccio Gatti, poeta stabiese di notevole spessore, dal fare sempre profondo e arguto, guardando gli enormi cumuli di rifiuti che oggi invadono letteralmente le strade ed i vicoli della sua Castellammare, ha asserito che la spazzatura è ricchezza perché sinonimo di benessere e di consumismo. Una riflessione spiritosa, intelligente e a dir poco emblematica quella del professore, che mi ha lasciato riflettere non poco, avvicinandomi ad una possibile soluzione, mi son quindi chiesto se la cosiddetta “differenziata” possa realmente risolvere il gravoso problema. La risposta a questa mia domanda non è tardata a venire, quando parlando con l’amico Vincenzo Cesarano, una persona comune, semplice ed intellettualmente onesta, ho avuto un buon confronto di idee. Nelle quattro chiacchiere, Enzo ha tenuto a precisare che l’esasperata industrializzazione, ed il conseguente consumismo sfrenato, sono la causa principale della odierna emergenza che ha totalmente devastato l’armonia del vivere sociale di un tempo: oggi possediamo tanto, e comunque non ci basta! Uno stato dei fatti che alla lunga ci porterà alla rovina. I corsi e ricorsi storici insegnano: un tempo a noi nemmeno tanto lontano (qualche nonno se ne ricorderà), il cosiddetto “porta a porta”, di cui oggi tanto si parla, già si faceva, quando per ritirare la spazzatura, veniva (casa per casa) ‘o munnezzaro che portava a spalla i sacchetti (sempre mezzi vuoti perché a quei tempi si acquistava solo ed esclusivamente l’indispensabile); che dire poi del sapunaro, continua Enzo, con lui si faceva la “differenziata” spicciola, ‘o sapunaro passava per le case per ritirare: stracci, maglie, cazune, tielle, roba vecchia e tanto altro ancora (che oggi va direttamente in discarica) da barattare con una porzione di sapone o anche con: piatti, bicchieri e posate nuove. E ‘o cartunaro? Come dimenticarsi di colui che girava c’‘o trerrote per raccattare la carta e i cartoni che i negozianti lasciavano davanti ai loro esercizi. Le strade al mattino erano sempre sgombre e ‘o cartunaro s’abbuscava ‘a jurnata. Poi c’era ‘o rammare che raccoglieva innanzitutto il rame, ma anche: inferriate, frigoriferi rotti, lavatrici e qualsiasi altro oggetto ferroso (gli attuali “ingombranti” per intenderci) caricandoli con la carretta… questi e tanti altri mestieri ormai estinti, davano in qualche modo lavoro e rendevano tutto più facile e pulito! Parole giuste quelle di Enzo che con una leggera vena nostalgica, conclude il suo pensiero raccontando che il suo grande amico Gigi Nocera e sua moglie Liliana, entrambi ultraottantenni, nel pieno rispetto dell’ecologia, riciclano da quasi novant’anni tutto ciò che è riciclabile. Un vero e proprio gesto d’amore verso la natura, che lascia a noi, nuove generazioni, un piccolo grande insegnamento di alta civiltà.
Per nostra fortuna le soluzioni valide per affrontare efficacemente questa annosa emergenza esistono… come si è visto la storia insegna! A noi tutti, nessuno escluso, il buon senso e la coscienza di saper vivere civilmente!
Maurizio Cuomo