L’approvazione del decreto legge in consiglio dei ministri ha dato i sui primi frutti: Liguria e Sicilia hanno detto sì ai trasferimenti dei rifiuti di Napoli nel proprio territorio. Il governatore Stefano Caldoro è in contatto con i colleghi Claudio Burlando e Raffaele Lombardo per formalizzare gli accordi e accelerare al massimo le procedure. È stato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo a dare l’annuncio dell’intesa: «Dalla Liguria è giunto un primo nulla osta per il trasferimento di circa 20mila tonnellate. Da altre sette Regioni si attende un analogo nulla osta per avviare i trasferimenti in altri 16 impianti fuori dalla Campania, in base alle intese che sono state raggiunte a livello di enti locali preposti allo smaltimento della spazzatura». Arrivano, spiega il ministro, «le prime risposte positive del lavoro avviato dalla Campania e dal ministero subito dopo l’emanazione del decreto governativo che non rappresenta, da solo, come si è sempre detto, la soluzione per il problema, ma consente di superare la criticità attuale». Il nodo da sciogliere resta «l’attivazione di un corretto ciclo dei rifiuti per il quale esistono risorse adeguate e sono stati conferiti poteri commissariali appropriati per velocizzare le procedure e per l’individuazione delle discariche da attivare nelle more dell’avvio degli impianti. L’alternativa a ciò che è stato fatto finora dal governo era solo un’altra dichiarazione di stato d’emergenza. Una soluzione che, oltre a trovare seri ostacoli a livello europeo – aggiunge il ministro – avrebbe segnato una nuova inaccettabile sconfitta per la classe dirigente campana a tutti i livelli. Napoli e la Campania devono invece dimostrare, con tutto il sostegno del governo, di essere in grado di affrontare, e finalmente risolvere, il problema». Sono in corso trattative anche con Puglia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Lontana sembra l’ipotesi di un sì della Lombardia, dove la presenza leghista è massiccia. Il governatore Roberto Formigoni, come il collega veneto Luca Zaia, si dice pronto a mettere a disposizione propri specialisti che «potrebbero scendere a Napoli in qualunque momento e dare una mano per impostare una soluzione efficace attraverso l’allestimento di impianti temporanei e definitivi». Niente da fare, invece, per l’invio dell’immondizia. «Non possiamo accoglierla – chiarisce l’assessore Daniele Belotti -. I nostri tredici termovalorizzatori non hanno attualmente la capacità di smaltire quantità in eccedenza di rifiuti e le discariche ormai sono ridotte al minimo». E dalla festa della Lega, ieri sera Umberto Bossi ha rilanciato: «La spazzatura di Napoli resta a Napoli. Ci volevano fregare ma io e Calderoli li abbiamo fermati». Poi l’attacco al capo dello Stato: «Il presidente della Repubblica ha detto che il decreto non è abbastanza ma la sua è concorrenza sleale, perché lui è napoletano». All’ombra del Vesuvio, intanto, Provincia e Regione sono impegnate nell’individuazione di nuove discariche. «Condivido le parole del capo dello Stato Giorgio Napolitano sul decreto – sottolinea Caldoro -. In questo momento c’è bisogno di iniziative più forti, la situazione di crisi è molto difficile, dura. Ci vogliono provvedimenti che siano risolutivi perché dobbiamo superare l’emergenza. L’esecutivo ha detto che farà di più, questa è una prima risposta. Quella che mi convince riguarda i poteri per aprire le discariche. È opportuno e necessario che finalmente anche Napoli e soprattutto la provincia abbiano le loro discariche, in attesa di avere il ciclo completo con i termovalorizzatori».
Antonio Averaimo