Il progetto “Oasi Blu” approvato con una delibera del Comune di Vico Equense ha dato il via a una serie di iniziative di potenziamento delle attività turistiche presso il Banco di Santa Croce. Gli autori del progetto e i rappresentanti del Comune sono convinti che l’Oasi diventerà un forte attrattore turistico. Altri invece temono per il possibile proliferare dei diving privati a scapito degli appassionati e delle associazioni. Una di queste è la “Jaques Y. Costeau”, “Mario Balestriere ha detto delle cose non del tutto esatte” dice Emilio Cangiano guida subacquea dell’associazione. ”Alla stesura del regolamento provvisorio ho collaborato anch’io e le cose non stanno esattamente come dice lui. A partire dalla mancanza delle più semplici ed ovvie regole di democrazia nella commissione creata per il regolamento del Banco .” Cangiano, che coopera con l’AMP da svariati anni, si riferisce a un’intervista rilasciata da Mario Balestriere, uno dei relatori del progetto approvato dal Comune.
Secondo Cangiano si è proprio partiti col piede sbagliato. Innanzitutto la presenza in commissione delle parti in causa è apparsa subito sbilanciata. I diving privati di Castellammare e le persone interessate in quanto partners nel progetto, come Mario Balestriere, erano in maggioranza. Inoltre la presenza degli esperti scientifici non sembrava essere del tutto gradita e le loro considerazioni, riguardo all’aspetto ambientalistico sono state a malapena ascoltate.
Il regolamento, secondo Cangiano, nelle sue parti principali, più che nato dalle riunioni sembra scopiazzato in gran parte dal sito internet della zona marina “Le Tegnue” che ha delle caratteristiche morfologiche e di ampiezza del tutto diverse da Banco di Santa Croce. Alcune delle premesse sancite nel progetto iniziale, sono state poi disattese in quanto alle riunioni avrebbero dovuto partecipare solo i diving con requisiti dimostrabili di professionalità. In realtà l’unico soggetto accreditato è l’associazione “Jaques Y. Cousteau” che ha depositato presso il comune statuto e possesso dei requisiti. Nel progetto, infine, era definito con chiarezza che il regolamento doveva contenere un numero massimo di immersioni in acqua e di visite giornaliere compatibili con la tutela biologica dell’ eco-risorsa. In sede di riunione i diving privati di Castellammare però si sono detti contrari ridimensionando questo concetto fondamentale a un enunciato di principio.
Un punto molto controverso del regolamento riguarda i turni di immersione in caso di affollamento agli ormeggi. Il regolamento si rifà alla delibera, nella quale viene esplicitato con chiarezza che la precedenza assoluta nelle immersioni viene data ai diving professionali accreditati ed individuati secondo non meglio specificati criteri storici e geografici. I diving in causa sono soprattutto quelli di Castellammare presenti alla riunione per i quali verranno piazzati due punti di ormeggio su tre, a scapito dei diving di Vico Equense, delle associazioni e degli appassionati che ne avranno uno solo. “Ciò limita fortemente anche la libertà d’azione dei diving di Vico Equense, dice Cangiano, “e viene a cadere così il presupposto principale di tutto il progetto, quello cioè di trasformare il Banco di Santa Croce in un attrattore turistico locale che dovrebbe premiare le attività ricettive del territorio. I sub che si servono dei diving di Castellammare, in realtà, non hanno nessun interesse a soggiornare a Vico Equense. Dopo l’immersione il sub risale in barca e torna da dove è partito, senza creare indotto al comparto turistico di Vico Equense. In definitiva perciò tutta l’operazione sembra mirata solo alla nascita di un monopolio di diving privati di Castellammare spinti soprattutto dal profitto ”.
“Senza polemiche”, continua Cangiano, “piuttosto che fare un nuovo pessimo regolamento è meglio lasciare le cose come stanno e potenziare solo l’aspetto della sicurezza e della vera salvaguardia ambientale dell’area marina. Oppure, se proprio si vuole scopiazzare si prenda il regolamento del Vervece che funziona egregiamente, dando a tutti la possibilità di immergersi con regole precise e che è stato fatto innanzitutto a tutela dell’ambiente A questo proposito aggiungo, solo”, conclude Cangiano, “che è stato invitato ed ha partecipato alle riunioni anche il precedente concessionario del Banco di Santa Croce, al quale è stata tolta la concessione per non aver ottemperato agli oneri di sua competenza. Costui ha abbandonato in situ il relitto della sua boa e alcune cime estremamente pericolose per i sub in immersione. Non si capisce perchè Balestriere e Antonio Di Martino abbiano accettato la presenza di un tale soggetto in commissione e di contro ostacolato e marginalizzato le istanze della Jaques Cousteau unica associazione ambientalista subacquea e degli esperti. Se questo significa amare l’ambiente allora abbiamo concetti estremamente distanti!”
Maria D’Ordia