Da giovedì 30 giugno alle ore 18.30 presso la Galleria del Mare della Stazione Marittima di Napoli è stata inaugurata la mostra ‘Kuros Ludico’ , che resterà aperta tutti i giorni per tutta l’estate fino al 18 Settembre.
Cinquanta sagome animeranno uno dei principali punti di snodo per i crocieristi che ogni anno visitano la città: la mostra è il prodotto di un progetto collettivo che ha coinvolto gli studenti del Liceo Artistico dell’istituto scolastico Suor Orsola Benincasa.
Gli studenti hanno elaborato sagome in materiale forex ispirate alle forme del kuros, (termine adoperato per indicare le statuette votive raffiguranti un giovinetto nudo in piedi, tipiche della scultura greca arcaica) realizzate secondo le competenze degli studenti, con l’uso delle tecniche artistiche più disparate.
“In questo luogo di transito ricco di suggestione” sottolinea Lucio d’Alessandro “le sagome umane realizzate dagli allievi del Liceo Artistico del Suor Orsola vogliono offrire a cittadini napoletani ed ai tanti turisti di passaggio, grazie alla molteplicità delle soluzioni proposte, dei colori, delle tecniche e dei materiali impiegati, un’immagine della città di Napoli ben diversa da quella negativa troppo spesso alla ribalta per le varie emergenze che affliggono la città e per gli spregevoli episodi di cronaca nera anche in danno dei turisti. E in un momento così difficile per la nostra città con una sempre più serpeggiante inclinazione al pessimismo e alla rassegnazione credo che possa essere davvero importante che il nostro mezzo di comunicazione del “kuros ludico”, possa esprimere quella componente primordiale della “joie de vivre”, da diffondere all’intera città urbana, affinché queste immagini possano evocare un ritorno alla capacità di saper sognare, soprattutto nei giovani, in una città così tanto mortificata”.
Le cinquanta sagome scelte per la mostra sono state selezionate dal critico d’arte Maria Corbi: “Le 50 sagome umane in mostra alla Galleria del Mare” sostiene la Dottoressa Corbi “mescolandosi alla folla eterogenea dei viaggiatori e interagendo con il flusso quotidiano dell’esistenza riescono a restituire agli spettatori l’immagine della gioia di vivere e della creativa vitalità delle giovani generazioni napoletane”.
La scelta di allestire la mostra in un luogo di passaggio per migliaia di turisti ogni anno, chiaramente non è casuale; casuale nemmeno la scelta del filo conduttore della mostra: quello dell’espressione ludica rappresenta infatti uno dei cardini caratterizzanti della ricchissima cultura napoletana e non solo. Gilda Cerullo, docente di teoria e metodi della comunicazione visiva dell’Istituto Scolastico Suor Orsola Benincasa, spiega il motivo della scelta di questo tema: “Abbiamo pensato di proporre il tema dell’espressione ludica agli studenti liceali in quanto l’immaginario ancora incontaminato della loro giovinezza può esprimere al meglio quel senso democratico di libertà e di gioia di vivere, parte fondamentale di ogni essere umano e criterio ispiratore della mostra. In particolare offrire a tutti gli allievi del liceo artistico la possibilità di esprimersi liberamente, coincide con la scelta del filo conduttore delle sagome umane che è il “fil rouge” del gioco, declinato dalle singole personalità e sensibilità degli allievi. L’obiettivo, che a giudicare dai lavori credo sia stato assolutamente raggiunto, era quello di rendere in forma visiva il concetto della “joie de vivre”, tema caro a tanti artisti di grande fama come Matisse, Picasso e Delaunay, per citarne solo alcuni. Il tema della “joie de vivre”, intensa e piacevole emozione quando un fine, più o meno consapevolmente perseguito, viene raggiunto e si manifesta nella persona con atti e comportamenti spontanei e liberatori, viene liberamente interpretato da giovani studenti che si confrontano sulla base delle loro personali esperienze. Immaginare tante silhouette tutte uguali e tutte diverse l’una dall’altra, riempie di significati e di emozioni grazie alla sua eterogeneità, evocando orizzonti di libertà e gioco allo stesso tempo, attraverso l’efficacia e l’immediatezza delle immagini”.
Maria Ilaria Incitti