Emergenza rifiuti: Napoli finalmente respira


Napoli finalmente respira, i turisti dall’alto dei pullman panoramici non sono più costretti a riprendere con macchine fotografiche e cineprese monumenti contornati da rifiuti; nella periferia e nei centri della Provincia persistono, però ancora cumuli di spazzatura difficile da smaltire e dati, com’è ormai prassi, alle fiamme da facinorosi e residenti esasperati, provocando con la diossina sprigionata dal materiale pericoloso, non pochi danni alla salute e all’ambiente.

I rifiuti di Napoli emergenza nazionale, il refrain di sindaci e amministratori, che richiede la collaborazione di tutte le regioni. Raccogliendo le raccomandazioni del capo dello stato, fa sentire la sua voce Berlusconi con un appello ai governatori italiani. “La situazione ormai – dichiara il premier – ha assunto carattere di una vera emergenza nazionale tanto da richiedere ogni forma di collaborazione e solidarietà a livello sovraregionale cosi da alleviare le sofferenze della popolazione napoletana”. L’auspicio del presidente del consiglio è dunque che l’esempio dato da alcune regioni, in primis Liguria, Sicilia, Emilia con la concessione del nullaosta per il trasferimento dei rifiuti, sia presto imitato. Nello stesso tempo Berlusconi richiama gli enti locali ad una piena assunzione di responsabilità con la certezza che anche questa regione in virtù dei poteri straordinari ricevuti acceleri le procedure per realizzare gli impianti necessari ad avviare un corretto ciclo dei rifiuti.

Regione e Comune, Caldoro e de Magistris in piena sintonia si augurano che il decreto varato dal governo e in discussione, in questi giorni in commissione, sia migliorato. Consentire, in pratica che siano le città direttamente interessate a trattare per poter portare i rifiuti fuori dei loro territori, senza il passaggio delle regioni. La Liguria che inizialmente ha detto si chiede garanzie nei limiti del tempo e della durata della solidarietà. La spazzatura andrà anche in Scandinavia. In un vertice Regione, Provincia e commissario straordinario Annunziato Vardè è stato definito in quattro punti il ciclo integrato dei rifiuti. Le discariche di Chiaiano, Terzino, Giugliano, saranno utilizzabili per almeno un anno. Quattro nuove discariche sono state trovate nel Nolano, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, per smaltire i milioni di tonnellate. Allo studio sono 124 cave abbandonate, utilizzabili subito. Complessivamente in Campania sono oltre 1500 le cave di cui 1237 abbandonate, abusive o dismesse; 691 utilizzabili in tempi brevi; 264 ancora attive. Quattro i siti di stoccaggio previsti per Napoli est, Giugliano, Acerra e Caivano.

“Le cave dismesse recita un comunicato sono situate nel territorio napoletano in distinte aree geografiche omogenee in grado di garantire, una volta utilizzate entro l’anno, la piena autosufficienza della città e della provincia di Napoli fino alla realizzazione dell’impiantistica necessaria per il ciclo e in ogni caso per almeno quattro anni. E’ evidente – continua il comunicato – che fino alla realizzazione dei siti di smaltimento sarà indispensabile avvalersi dei conferimenti fuori regione cosi come previsto dal decreto legge. Il commissario Vardè, in base ai nuovi poteri previsti dal decreto, procederà rapidamente agli adempimenti previsti per la realizzazione degli impianti e delle discariche”.

Intanto fioccano le multe per i cittadini e commercianti che lasciano spazzatura e materiale ingombrante fuori orario. Onde evitare la procedura di infrazione minacciata dalla Commissione Europea, il sindaco de Magistris, assicura, entro l’anno, la raccolta differenziata al 70 per cento. Allo studio offerte di aziende che propongono recupero dei rifiuti senza inceneritori. Molte imprese del riciclo di carta, vetro, plastica, alluminio costrette a richiedere materiale da lavorare, fuori dai confini del nostro Paese.

Mario Carillo

 

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