Il terzo capitolo della famosa saga in 3D

Arriva al cinema il terzo episodio della saga “Transformers”, prodotto da Steven Spielberg e diretto da Michale Bay, è il primo ad essere realizzato in 3D. Shia LaBeouf, continua a vestire i panni del protagonista, non più accompagnato da Megan Fox, ma dalla bellissima Rosie Huntington-Whiteley nel ruolo di Carly. La meccanica risulta essere la vera protagonista della pellicola: Autobot contro Decepticon, queste le fila che si combattono, sullo sfondo della città di Chicago. Il regista inizia a raccontare dal 20 luglio 1969, anno del primo atterraggio sulla Luna, durante questo gli Stati Uniti conducono una missione segreta volta ad ottenere informazioni su un’astronave aliena schiantatasi sul lato oscuro del satellite terrestre. Dopo quarant’anni gli Autobot guidati da Sam Witwicky, devono aiutare gli autobot nella lotta contro i Decepticon, comandati a loro volta da Megatron. Tante sono le scene spettacolari, per non parlare degli effetti speciali, di cui la sovrabbondanza non fa che accentuare la mediocrità e la banalità della pellicola. La battaglia tra gli automi sfocia nell’assurdo, a farne le spese è Chicago, che viene completamente disintegrata, rasa al suolo dalla furia dei combattenti. Due ore prive di coinvolgimento intellettuale ed emotivo, l’alienazione dalla narrazione e dal susseguirsi degli eventi, lascia il pubblico del tutto annoiato. Tra sparatorie, esplosioni,  inseguimenti, si innesta anche la storia d’amore tra Carly e Sam, incontratisi durante una cerimonia onorifica alla Casa Bianca. Storia in cui si inserisce una terza figura, Dylan il capo di Sam , dando vita ad un triangolo di torbide relazioni. A funzionare è sicuramente la tecnologia 3D, magistralmente utilizzata da Bay, che ha permesso di rendere un’ottima profondità di alcune scena. E’ proprio la terza dimensione ad aver evitato che le azioni si presentassero in una nevrotica successione, come già nel capitolo precedente.

Vincenza Costantino

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