È accaduto tutto all’improvviso. Sono da poco passate le 17 quando il governatore Stefano Caldoro lascia il suo ufficio a palazzo Santa Lucia. È in partenza per Roma per partecipare alla conferenza delle Regioni. Il governatore esce a piedi. L’auto della scorta lo attende all’ingresso del palazzo. Fuori manifestano i dipendenti della casa di cura Villa Russo. Nulla di nuovo: la sede della Regione ogni giorno è presidiata da lavoratori in difficoltà o da disoccupati. Da mesi i dipendenti di Villa Russo protestano perché non ricevono lo stipendio e chiedono garanzie circa un ricollocamento in altre strutture sanitarie. Caldoro esce, alcuni lavoratori lo notano. Il governatore si dirige verso di loro. Ma la scorta si rende conto delle intenzioni dei manifestanti e sollecita il governatore a entrare in auto. Con molta fatica Caldoro prende posto sul sedile posteriore. Da quel momento partono calci e pugni alla vettura. L’auto è letteralmente presa d’assalto, si prova ripetutamente ad aprire la portiera. Dopo un paio di minuti arrivano carabinieri e polizia. Circondano l’auto, ne nasce un parapiglia. Urla, spintoni, braccia che si agitano, qualcuno tra i contestatori si sdraia addirittura per terra. Finalmente, dopo cinque minuti carabinieri e polizia riescono a creare un varco e la vettura riesce a partire. Il commissariato San Ferdinando ha identificato e denunciato tre persone, dipendenti di Villa Russo: sono responsabili di danneggiamento, minacce, violenza privata. Secondo alcuni manifestanti la vettura di Caldoro avrebbe tentato di forzare il blocco. Da Roma la Cgil avvalora questa tesi. «Caldoro ha commesso un atto di una tale violenza da non essere conciliabile con la carica che ricopre: deve dimettersi», dice il segretario generale della Funzione pubblica Rossana Dettori. Posizione sconfessata dalla Cgil Campania, che corregge il tiro. «I problemi del lavoro non vanno affrontati come questione di ordine pubblico. No alla violenza e alle intimidazioni nei confronti delle istituzioni», si legge in una nota diffusa dal sindacato. A Caldoro è andata la solidarietà di tutte le forze politiche. «L’aggressione al presidente è un fatto gravissimo da condannare con forza. Nessuna tensione o preoccupazione per motivi di lavoro può giustificare una violenza così forte», dice il presidente della Provincia Luigi Cesaro. A lui si sono aggiunti Salvatore Ronghi (Forza del Sud) e il coordinatore cittadino del Pdl Marcello Taglialatela. Anche il Pd ha espresso solidarietà al governatore. «La violenza va sempre ripudiata, anche quando si tratta di manifestare legittimi bisogni», dice il capogruppo in Regione Giuseppe Russo.
Antonio Averaimo