Pompei. E’ in uscita un libro che raccoglie le poesie e gli scritti inediti di don Gennarino Carotenuto

Pompei. E’ in uscita un libro che raccoglie le poesie e gli scritti inediti di don Gennarino Carotenuto, il “prete galantuomo”, così come il parroco veniva chiamato dai fedeli. La redazione e la pubblicazione del volume è stata curata naturalmente dal comitato sorto appositamente “pro don Gennarino Carotenuto” che recentemente ha innalzato alla memoria del parroco un mausoleo all’interno del cimitero di Pompei. Il comitato cittadino è formato da instancabili ottantenni, che hanno avuto l’onore di conoscerlo: Vincenzo Sicignano, Benito Carotenuto, Angelo Falanga, Carlo Lamberti, Renato Ceccarelli, oltre agli scomparsi don Giuseppe Arpaia, Ermanno D’Ermo e Vincenzo Sirano. “Noi lo ricordiamo in questa occasione – si legge nella presentazione del volume dedicato a don Gennarino – soprattutto come poeta, attraverso la stampa di alcune tra le sue più belle poesie scritte su quaderni scolastici e che il confratello don Giuseppe Bezzeccheri ha raccolto perché la sua memoria sia sempre viva tra di noi”. Nei versi ritrovati di don Gennarino si rilegge la vita nelle contrade (Pontenuovo, Bottaro, Cottari) dove ha iniziato la sua missione sacerdotale, a dimostrazione di una eccezionale espressione artistica, con l’amore per i bambini e per il Natale che privilegia ogni verso. Il comitato “Pro don Gennarino Carotenuto” negli ultimi anni si è battuto per mantenere viva nelle persone la memoria del parroco di periferia. Un obiettivo centrato in pieno, visto che a don Gennarino è stata intitolata una strada nell’ottobre del 2009 (l’ex via Vecchia per Castellammare) e nel maggio scorso arriva il mausoleo nel cimitero cittadino. Ora c’è anche la pubblicazione delle sue poesie inedite. E’ stato l’ultimo esempio di ius patronatus: fu chiamato con il voto dei capofamiglia, dall’11 agosto 1946 al 31 agosto 1965, alle funzioni di parroco dell’antica comunità che fu Valle di Pompei. Fu amato dalla gente (credente e non) per il suo stile di vita sobrio ed essenziale e le sue doti di uomo teso alla solidarietà sociale. Per un periodo l’amministrazione comunale lo chiamò a presiedere l’Ente di Assistenza Comunale.

Marco Pirollo

 

 

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