Il clima si riscalda nuovamente alle falde del Vesuvio. Le decisioni prese in sede regionale di aprire nuove discariche ed allargare quelle già funzionanti per far si che la crisi napoletana trovi sfogo mette sull’attenti quelli che da anni lottano per la chiusura di questi fetidi sversatoi che inquinano la salute e l’esistenza della popolazione.Per quanto concerne nello specifico l’area vesuviana e l’ipotesi di aumentare la capienza della discarica Sari, che come tutti sanno continua ad ingoiare rifiuti di ogni tipo seppur provenienti dai diciotto comuni della zona rossa, era da attendersi la levata di scudi da parte dei residenti (i quali chiedono l’immediata chiusura del buco) e delle categorie più esposte alle conseguenze che l’afflusso di rifiuti comporta nell’area. A parlare è il consigliere comunale di Boscoreale, Francesco D’Aquino, e lo fa a nome dei ristoratori del Vesuvio essendo anche il segretario dell’Airav (associazione di categoria): “è sconcertante sentire di possibili allargamenti della discarica Sari. Questo territorio ha già dato e pagato tanto. La categoria dei ristoratori è sotto pressione da più di due anni, e queste voci non fanno bene all’economia locale. In più è incredibile come vi siano enormi negligenze da parte dei comuni di Trecase e Boscotrecase in merito alla gestione dei rifiuti riguardanti via Cifelli, per intenderci l’arteria che porta al vulcano dove si concentrano quasi tutte le strutture ricettive della zona. I ristoratori – continua D’Aquino – pur pagando una Tarsu salatissima sono costretti a pulirsi la strada in autonomia visto che il servizio è assente. Anche la Provincia, a dire del consigliere, non si impegna a tutelare l’unica fonte di ricchezza del territorio. Qui si stanno mettendo a repentaglio centinaia di posti di lavoro: c’è bisogno di una sterzata forte da parte della politica istituzionale affinchè si programmi per l’area una serie di interventi infrastrutturali volta a migliorare la qualità dell’offerta ricettiva, mettendo in campo anche lavori di decoro urbano eco-sostenibili, non impattanti e capaci di stimolare la fruizione di quest’angolo di bellezza campana”.
Vian