Presentazione Dzemaili: ” Finalmente sono a Napoli, che coppia a centrocampo con Inler”

A sorpresa Dopo Santana, è il turno di Blerim Dzemaili. Il centrocampista svizzero si presenta a Castel Volturno con le idee molto chiare sulla sua nuova avventura in azzurro, Ecco quanto evidenziato da IlGazzettinoVesuviano: “Dobbiamo confermare o migliorare il terzo posto di quest’anno. E goderci la Champions League, tutta da giocare: per me è un sogno”.

Dzemaili inizia parlando della sua intesa con Inler: “Con Inler ho giocato due anni nello Zurigo, abbiamo vinto il campionato e ci trovavamo alla perfezione in campo. Ci completiamo bene, non avremo bisogno di tempo per amalgamare la nostra intesa. Vizio del gol? A Parma ne ho fatti pochi, ma nello Zurigo andai a segno sei volte, anche Gokhan è un giocatore bravo nella realizzazione. Il 3-4-3? E’ un modulo offensivo, bisogna correre molto. Abbiamo tanta qualità in attacco, noi centrocampisti dovremo dare soprattutto equilibrio. Per quanto riguarda le mie potenzialità, spero di poter dare sempre di più, questa è una grande squadra dove posso sicuramente migliorare ancora”. “La molla che mi ha spinto a venire qui? Il sol fatto che si trattasse del Napoli: una società del genere non si può rifiutare. Tempo fa chiamai Inler dicendogli di venire in azzurro, perchè ero e sono convinto che insieme possiamo fare molto bene. Qualche parola di napoletano? E’ difficile, devo iniziare a migliorare l’italiano, poi si vedrà! So che ci attendono tante sfide, e so bene che quella con la Juventus è molto sentita dal pubblico azzurro: anche per me è così, un po perchè ho giocato nel Torino, ma soprattutto perchè ho un amico che fa il tifo per i bianconeri. Lavezzi, Hamsik e Cavani? L’argentino è determinante in questa squadra, Hamsik con i suoi inserimenti è letale, mentre l’attaccante uruguaiano può far gol in qualsiasi momento e cerca sempre di aiutare la squadra”. Punizioni? A Parma avevamo un fenomeno. Il numero? Ho scelto il numero 20, è un numero che mi piace. Sinora ho giocato sempre in squadre medie non come Napoli che vedo tra le prime 4 squadre più forte d’Italia.

La parola passa a Bigon, che parla di progettualità e del mercato del Napoli:Quando ci mettiamo in testa un obiettivo ci riusciamo sempre. Andiamo su determinati obiettivi perché crediamo in questo progetto. Anche i calciatori sono più interessati a prendere parte ad un futuro sempre più roseo, convinti nella nostra progettualità. Sanno che qui si gioca a calcio. Cercavamo un centrocampista completo che facesse tutte e due le fasi e che sapesse dare qualità al mediana. Per caratteristiche può essere adattato anche ad altri ruoli. Lui è un centrocampista che può essere impiegato in tanti ruoli. In questo momento abbiamo cercato mediani che abbiano caratteristiche simili e che si differenziano nei ruoli. I fatti dimostrano la serietà di questo progetto. Molti per mille motivi tirano a campare. La parola più usata nel calcio italiano è “progettualità”. Qui c’è un progetto sano che ha già alle spalle una certa storia ed ha un futuro davanti per l’idea e la forza economica che la società sta dimostrando. L’obiettivo è quello di migliorarci rispetto all’anno precedente. Le difficoltà nel piazzare i calciatori sono dovute ad un mercato che ancora deve ancora partito, non è entrato nel vivo. Le squadre medio piccole non si sono ancora mosse. Gli acquisti che ha fatto il Napoli al momento non mi sembra che l’abbiano fatto anche altre squadre. Per calciatori come Mannini, Cigarini, Bogliacino, il mercato è aperto e abbiamo un mese e passa per decidere con l’allenatore e per esprimere un giudizio più preciso. Ma in linea di massima ci muoviamo in uscita. Il numero di mancini in squadra è giusto: abbiamo i calciatori che possono fare il doppio ruolo con Dossena con Aronica e Zuniga. Siamo in eccesso, non c’è la necessita di comprare un piede sinistro”.

Chiude De Laurentiis che parla di  mercato e su Mazzarri ed in che  modo intende il calcio –  “Noi sapevamo che in quel ruolo avevamo bisogno di due alternative di qualità. A gennaio abbiamo preso Ruiz sapendo che comunque ci saremmo mossi in futuro per quel ruolo. Non si parla di rimpiazzi ma di giocatori forti per ruolo. Noi dobbiamo mettere a disposizione del nostro tecnico un ottimo organico. Sapete qual’è la qualità di Mazzarri? Lui dice: datemi gli ingredienti adatti e io vi farò un buon piatto. Cosa che ha dimostrato da quando è subentrato e dimostrando l’anno successivo di fare molto meglio. Mi sembrava doveroso potenziare l’organico, senza far tremare i tifosi sul futuro della società. Bianchi? Ho dato una risposta esaustiva sei anni fa. Per Trezeguet i numeri parlano da soli. Non si discute la qualità del giocatore. C’è da riflettere sul modo di giocare, pensare che sia complementare al gioco dei vari Lavezzi e Cavani o del tecnico. Non è facile prendere delle responsabilità. Ha giocato in una squadra che ha messo a segno 11 gol. Se poi gli anni che ha gli consentono di scendere in campo come gli altri nostri undici gladiatori che ben venga ma noi dobbiamo tenere conto anche delle indicazioni del mister: ha delle grosse responsabilità. Spero che Platini pensi un organizzazione diversa: ha la possibilità di farlo vista la sua età giovanile, può dare una svolta. Lui però sta appoggiando troppo dei club che non si conoscevano e questo fa pensare che gli porti un tornaconto. O se ne fa una ragione o prima o poi tra due anni, tre anni, e cinque nazioni come Italia, Spagna, Inghilterra e Germania si faranno un nuovo campionato. Platini è il pontefice del calcio mondiale, con lui dobbiamo aprire un tavolo, lui è una persona che ha fatto tantissimo e va mantenuta nel contesto ma bisogna capire il ruolo. Però bisogna cambiare certe carte in tavola. Abbiamo vinto la battaglia per il secondo sponsor e ne dobbiamo portare avanti altre ancora. Quanto serve questa Coppa America? Mazzarri ha una squadra monca, gambe e torace fortissima ma gli manca la testa. In ritiro gli mancherà l’attacco. I tornei internazionali? Facciamo giocare i giovani! Potrebbe essere una bellissima ribalta. La gente in questo momento guarda il campionato sudamericano, ben promosso da Sky, ma in Italia dai mille problemi e stare svegli di notte significa affrontare il giorno dopo rincoglioniti. Così si svilisce il valore del calcio proiettandolo tutti i giorni anche d’estate.”

Cosimo Silva

 

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