Un nuovo modo per rastrellare voti quello ribattezzato “Sistema Gambino”. Il PdL prova una timida difesa.

“Cartello criminale che riuniva elementi di spicco del clan camorristico Fezza-D’Auria Petrosino, imprenditori e politici a livello regionale” così il procuratore di Salerno Franco Roberti ha definito

il sistema messo in piedi dal consigliere regionale Alberico Gambino. L’indagine, che parte dal 2006, secondo il capo dell’ufficio giudiziario salernitano, “è di particolare rilevanza perchè arriva fino ai giorni nostri”.

L’ex sindaco di Pagani è accusato di concussione, voto di scambio e associazione per delinquere. “Abbiamo raccolto elementi incontrovertibili – dice Roberti – a carico delle persone arrestate oggi che non hanno esitato a compiere minacce di estrema gravità e allarme sociale”. Un quadro complesso e allarmante quello descritto nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Salerno Gaetano Sgroia, su richiesta del procuratore Roberti, dove gli intrecci politico-camorristici avrebbero assicurato a Gambino e agli altri il pieno controllo delle principali attivita’ economico finanziarie della zona.

Il sistema messo in piedi prevedeva che i D’Auria Petrosino si muovessero per rastrellare voti, ottenendo da Gambino assunzioni per persone a loro vicine in esercizi commerciali della zona. In un’intercettazione telefonica, un pregiudicato vicino ai fratelli D’Auria spiega come sia cambiato il modo di gestire le campagne elettorali e parla con disprezzo dei vecchi metodi che qualcuno ancora adotta: “A Pagani ancora si ragiona comprandosi i voti a 50-100 euro”. Sono i posti di lavoro a procurare voti. Una persona assunta in una famiglia garantisce l’appoggio di un intero nucleo. E Gambino puo’ “piazzare” anche un cinquantenne con molti precedenti penali e nessuna esperienza di lavoro come custode. Due indagati, al seguito di Gambino nella sua ultima campagna elettorale, raccontano al telefono di quanti si rivolgano al sindaco per un lavoro. “Tutti quanti volevano, chi vuole uno, chi un altro. Tutti i curriculum arrivano a lui”. E Gambino sa come ottenere. Per concedere l’ampliamento di un centro commerciale chiede 20 assunzioni. E decide anche sui licenziamenti. E’ il caso di un dipendente assunto in un esercizio commerciale ma che approfitta troppo dei riposi per malattia. Il titolare si rivolge aGambino per sapere se puo’ licenziare il dipendente. Il permesso arriva, ma solo a campagna elettorale per le provinciali conclusa. Il dipendente fu caldeggiato da un prelato e il licenziamento immediato puo’ rompere degli equilibri. Un imprenditore che si e’ rivolto ai carabinieri per liberarsi dalle pressioni continue racconta dei metodi convincenti. “Ci disse che avrebbe fatto chiudere il centro commerciale se non ci fossimo messi a disposizione”. L’intercettazione rivela il tono piu’ perentorio del consigliere regionale “O levate ‘sto ricorso o nun vi faccio arapere” (“O annullate questo ricorso oppure non vi faccio aprire”).

Gli illeciti dell’ex sindaco di Pagani si sarebbero poi spinti sino a costringere alcuni imprenditori e società a sostenere la squadra di calcio della sua città. Da sindaco, avrebbe pressato addirittura il gruppo Conad per assicurare una sponsorizzazione da 20mila euro. E’ quanto emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto del consigliere regionale del Pdl e di altre 6 persone, tra le quali anche il presidente e il suo vice della Paganese Calcio, Raffaele Trapani e Francesco Marrazzo. Cartelloni pubblicitari nello stadio per una società appena retrocessa in seconda divisione della Lega Pro, la ex C2. E dopo il verdetto del campo, Gambino è entrato a pieno titolo nelle trattative per l’ingresso nella societa’ sportiva di altri imprenditori, che affiancassero Trapani nella gestione. Nelle indagini, condotte dai carabinieri, ci sono anche intercettazioni telefoniche e ambientali che ricostruiscono gli ultimi incontri, anche a Roma con imprenditori locali, per trattare sulle quote societarie. Gli ultimi contatti risalgono a meno di un mese fa.

Inevitabile l’attacco al PdL ed in particolare al partito di Berlusconi in Campania. Per la senatrice campana del Pd Teresa Armato: “La situazione ha ormai superato ogni limite. Nel Pdl, specialmente nel Pdl campano, c’e’ una questione morale che va affrontata presto e risolutivamente. “Avevamo posto la questione di Gambino nella Commissione antimafia gia’ lo scorso anno al momento della sua elezione. L’ulteriore provvedimento giudiziario – aggiunge Armato – dimostra che quando abbiamo posto, ripetutamente, la questione delle candidature indegne avevamo visto giusto”.

Pronta la risposta del governatore Stefano Caldoro: nel Popolo della Liberta’ della Campania ”non esiste” alcuna ‘questione morale’ soprattutto perchè l’arresto del consigliere regionale Alberico Gambino richiede un atteggiamento da ‘garantisti’ sempre nel rispetto del lavoro svolto dai magistrati. Il governatore auspica che ”Gambino possa chiarire tutti gli aspetti contestati e determinare la sua estraneita’ ai fatti” e invita ad evitare ”commenti di carattere politico perchè così non si rispettano le indagini”.

“Sono sicuro che Alberico Gambino, persona perbene, politico stimato dai suoi concittadini, uscirà a testa alta dalla spiacevole vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto. Non ho dubbi che, appena avrà modo, dimostrerà la correttezza della sua azione politica, che Alberico ha sempre amato svolgere con passione e dedizione, al fianco dei cittadini”. Lo dichiara il deputato e coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino. “Ad Alberico – conclude Cosentino – esprimo la mia vicinanza, certo che la magistratura condurrà le indagini senza pregiudizio, nell’interesse esclusivo della Legge”.

 

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